Ferrovia dismessa, sì allo studio

Dalla Regione il via libera alla valutazione su come riattivare la Sacile-Gemona

SACILE. Via libera dall’esecutivo Serracchiani al protocollo d’intesa tra Regione, società Fuc (Ferrovie Udine Cividale), Comunità montana del Friuli occidentale, del Gemonese e Canal del Ferro e Valcanale per la realizzazione di uno studio di fattibilità inerente alla riattivazione della linea ferroviaria Sacile-Gemona, chiusa da luglio 2012. Uno studio che gode anche del sostegno della Fondazione Cassa di risparmio di Udine e Pordenone. I prossimi passaggi saranno la sottoscrizione del documento e, quindi, l’avvio del progetto.

«E’ un passaggio particolarmente significativo – ha commentato l’assessore regionale alle infrastrutture e mobilità Mariagrazia Santoro – che esprime la volontà regionale di tentare il recupero di una importante infrastruttura ferroviaria. Lo studio ci consentirà di disporre degli elementi utili alla valutazione delle azioni necessarie a riattivare la linea, a beneficio dello sviluppo turistico e produttivo dell’area. Inoltre, il piano conta sul valore aggiunto derivato dalla piena condivisione di intenti e percorso tra Regione e territorio».

Lo studio di fattibilità, che sarà redatto dalla Fuc, dovrà essere ultimato entro 150 giorni dalla sigla del protocollo di intesa. Saranno effettuate valutazioni su possibile evoluzione dei servizi della linea ferroviaria Sacile-Gemona, miglioramento della loro attrattività, in relazione allo sviluppo del territorio montano e del sistema turistico-produttivo, e attività necessarie al ripristino della tratta. Inoltre, si valuteranno concrete possibilità di gestione diretta della linea e dei servizi ferroviari da parte di Fuc. Sul piatto un investimento di 40 mila euro, che saranno messi a disposizione dalle due Comunità montane e dalla Fondazione Crup, con un contributo di 10 mila euro ciascuna. La parte restante è compresa nel trasferimento annuale della Regione a Fuc. Un passo avanti, insomma, in questa lunga vertenza, che ha visto battersi in prima linea i comitati dei pendolari, cui si sono poi uniti gli amministratori locali. Da capire, ora, quale sarà il risultato dello studio: in caso di esito negativo, comunque, i comitati non intendono mollare.(g.s.)

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