Ferramenta Bardelli, ferie e poi a casa

UDINE. I rappresentanti sindacali hanno sottoscritto con la liquidatrice Vera Ardito l’accordo di mobilità per i 25 lavoratori della Ferramenta Bardelli, una delle tre società storiche del Gruppo Bardelli – le altre due sono la Siderurgica Bardelli e la Compagnia ingrosso ferramenta (Cif) – destinate da qui a pochi mesi alla chiusura dopo la decisione della proprietà di avviare le procedure di liquidazione volontaria.
L’accordo firmato prevede innanzitutto che il mese di agosto venga utilizzato dal personale per usufruire dei periodi di ferie accumulati, e ancora validi, nel corso dell’anno – mantenendo di fatto ognuno al proprio posto di lavoro – e fissa nella prima parte di settembre l’inizio dei licenziamenti.
Il 30 per cento circa della forza lavoro, cioè tra le 7 e le 8 unità, sarà costretta a dire addio al proprio impiego già durante i primi giorni del prossimo mese, mentre il resto dei dipendenti, ritenuti utili nel processo di liquidazione volontaria della Ferramenta Bardelli, resteranno al loro posto sino al termine delle procedure. Cioè al massimo, secondo i calcoli dei sindacati, per un’ulteriore manciata di mesi.
«Abbiamo cercato di fare tutto il possibile – ha spiegato Paolo Duriavig, segretario regionale della categoria del commercio della Cisl – dopo aver saputo che le lettere di licenziamento per i dipendenti della Siderurgica e della Cif erano già state spedite nel corso della scorsa settimana. La speranza di tutti, però, è che questo giorno non rappresenti la parola fine per così tanta gente. La liquidatrice, infatti - continua -, ci ha spiegato come in questi giorni ci siano stati alcuni contatti di aziende interessate a subentrare nella gestione al Gruppo Bardelli. E il nostro augurio è che questi interessamenti, da parte di realtà di cui però non conosciamo il nome, possano a breve trasformarsi in qualcosa di più concreto».
Qualcosa, insomma, si muove ancora. «È una speranza, più che un obiettivo reale - ha detto Duriavig -. Ed è un’ipotesi di fronte alla quale, tuttavia, dobbiamo sempre tenere in considerazione come le nuove assunzioni, e i relativi contratti, dovrebbero avvenire “ex novo”. Ma allo stesso tempo questa è l’unica via attualmente percorribile per garantire un futuro ai lavoratori e alle loro famiglie».
La liquidazione volontaria delle tre società del Gruppo Bardelli interessa 42 lavoratori – 25 alla Ferramenta, 12 alla Siderurgica e 7 alla Cif – ed è stata decisa alla fine del mese di luglio, dopo anni di bilanci in rosso e una situazione giudicata dalla proprietà come non più sostenibile. I dipendenti sono per lo più uomini, tra i 40 e i 50 anni, e - come ammesso dallo stesso Antonio Maria Bardelli - alcuni di loro potrebbero rimanere esclusi dall’utilizzo degli ammortizzatori sociali. Attualmente l’attivazione della cassa integrazione pare essere all’orizzonte soltanto per la Ferramenta, in virtù degli almeno 15 dipendenti diretti, mentre per la Siderurgica e la Cif potrebbe aprirsi uno spiraglio, nella migliore delle ipotesi, in favore di un periodo di cassa integrazione in deroga.
Al netto di come andrà a finire il processo di utilizzo degli ammortizzatori sociali, in ogni caso, si prospettano tempi duri per gli oltre quaranta uomini del personale. A meno che il primo passo del processo di liquidazione – cioè la svendita di tutto il materiale rimasto in magazzino e nei diversi punti vendita – non permetta di incamerare quella liquidità sufficiente a trasformare in reale e concreto il tentativo di trasferire l’azienda mediante cambio di proprietà.
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