Fatturato in crescita, ma la nuova Snaidero resta convalescente

MAJANO. Esuberi ridotti, risultati brillanti sui mercati internazionali e investimenti a sei zeri. È questo il bilancio che l’amministratore delegato del gruppo Snaidero, Massimo Manelli, ha tirato alla vigilia dell’Open Day in programma sabato 23 novembre dalle 15 alle 20.
Scelto a luglio del 2018 dal fondo IDeA Corporate Credit Recovery II (gruppo De Agostini), che aveva appena acquisito la maggioranza del capitale azionario di Snaidero, il manager sta guidando la rinascita dell’azienda friulana produttrice di cucine. Lo abbiamo incontrato per fare il punto sullo stato di salute dell’impresa.
Manelli, che anno è stato?
«Molto complesso, di riorganizzazione profonda. Quando sono arrivato le quattro aziende del gruppo – Snaidero, Artur Bonnet, Rational ed Eurocucina – erano tutte in affanno. Oggi le aziende inglese e francese sono tornate in un percorso positivo, Snaidero è ancora in convalescenza, la tedesca invece soffre moltissimo».
Cosa significa che Snaidero è ancora in convalescenza?
«Che sta intraprendendo un percorso di risanamento accelerato. Il piano sta dando i suoi frutti grazie alla riorganizzazione della fabbrica e alla cassa integrazione straordinaria che scade il 17 dicembre».
All’inizio dell’ammortizzatore gli esuberi stimati erano 70 (su 380 dipendenti). Oggi?
«Li stiamo valutando, ma posso dire già che saranno meno. La parte Snaidero è andata meglio delle aspettative, penalizzata purtroppo dai minori volumi di Rational che vengono prodotti a Majano».
Tagli sì, ma anche investimenti. Per rilanciare l’azienda avete messo mano al portafoglio...
«Abbiamo fatto investimenti nella parte alta della fabbrica, aggiunto delle macchine per un valore di 2 milioni (4 nel gruppo) cui se ne aggiungeranno altrettanti l’anno prossimo».
Investimenti sono anche quelli sugli store (300 in Italia, 200 nel mondo), ne avete aperti di nuovi?
«Tra le aperture di questi ultimi mesi ricordiamo quelle in Cina dove abbiamo una joint venture con un operatore locale che ha portato all’apertura di quattro punti vendita: a Shangai, Pechino, Shenzhen e Chengdu. Ora ne stiamo aprendo altri due con un subdealer e prevediamo di continuare al ritmo di dieci l’anno nel triennio».
In Italia?
«Abbiamo acquistato la Mobilsnaidero di Majano (lo storico negozio adiacente alla fabbrica) e a gennaio apriremo il nostro flagship store a Milano, in zona Brera. Purtroppo il mercato interno è ancora stagnante, a differenza dell’estero che ci ha dato, specie per il marchio Snaidero, grandi soddisfazioni».
Tradotte in numeri?
«Nel 2019 chiuderemo oltre i 130 milioni di fatturato consolidato (in crescita rispetto ai 124 del 2018), realizzati al 22% in Italia e al 78% all’estero, 38% e 62% se si guarda al solo marchio Snaidero».
Quanto incide il contract?
«Sempre più. Oggi il 25% del fatturato Snaidero si deve a quel segmento. Abbiamo fatto importanti lavori in Australia, Usa, Inghlterra, estremo oriente e pianificato contratti per i prossimi due anni che ci danno per Snaidero una certa tranquillità. Prevediamo una crescita della parte contract tra il 5% e il 10% l’anno».
E siamo al futuro, obiettivi?
«Il gruppo si concentrerà sempre più sul marchio Snaidero che tornerà ad essere italianocentrico. Presenteremo al pubblico la nuova cucina living Link (con ante movimentate da un sistema a comando wireless) e per Eurocucina 2020 stiamo lavorando a un prodotto nuovo e innovativo, ma ancora, almeno per il momento, top secret».
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