Farmacista pordenonese dalla voce d’oro conquista Londra e gli States con un video

LA STORIA
Il video si chiama “The way back home” ed è stato girato a Venezia: ha ottenuto una nomination nei “A cappella video awards”, negli Stati Uniti. Protagonista è il gruppo a cappella “Venice Vocal Jam” di cui fa parte la pordenonese Silvia Marchesan, farmacista che vive a Londra.
Il “Vvj” è di matrice contemporanea e spazia dal jazz al pop alla musica spirituale. Nato nel 2010 a Venezia – dall’idea di alcuni membri del “Luca Pitteri & Vge vocal project” – nel corso degli anni si è evoluto artisticamente, sperimentando nuovi generi musicali, iniziando a concentrarsi nell’uso esclusivo della voce e diventando un gruppo vocale emergente.
Il 25 novembre scorso è uscito l’album di debutto “Raìse”, prodotto da Erik Bosio, cantante, arrangiatore, vocal coach di Morgan nella trasmissione di Rai 2 The Voice e fondatore dei Cluster, gruppo vocale a cappella attualmente in onda su Rai 2 nella trasmissione “Voice academy” con Pino Insegno.
L’album contiene cinque originali e altrettanti arrangiamenti di canzoni edite, di cui sette in inglese, due in dialetto veneto e uno in italiano. Il titolo “Raìse” ha un duplice significato: radici (in dialetto veneto) ed elevarsi (in inglese). Il lavoro si basa sulla valorizzazione delle differenze e sull’unico come forza motrice.
“The way back home” è il primo singolo dell’album. Il video, girato a Venezia, ha ricevuto a dicembre una nomination nella categoria “Folk/World” degli “A cappella video Awards 2021” americani. Il brano sottolinea l’importanza della famiglia, dell’amicizia e degli affetti più cari. Di come la lontananza possa fare percepire e apprezzare l’autentico valore di quella che simbolicamente consideriamo la nostra “casa”.
La pordenonese Silvia Marchesan, 35 anni, è solista in “Blind man’s buff”, scritta da Luca Pitteri, vocal coach italiano e direttore del Venice gospel ensamble con il quale Silvia ha cantato (assieme ad altri componenti del Vvj) per diversi anni prima che si sciogliesse: «All’Arena di Verona proponemmo Bohemian Rapsody con Brian May dei Queen».
Oggi Silvia – partita come insegnante di canto alla Play school of music di Pordenone e nel 2013 performer alla Biennale di Venezia – vive a Londra, fa la farmacista e «periodicamente torno in Italia per concerti o prove, almeno quando ce n’era la possbilità, ora molto meno».
Il disco, prosegue, «ha un valore importantissimo per me, per tutti, perché è stato sviluppato e pubblicato nel 2020, un anno singolare e difficile ed è stata una forza trainante che ci ha fatto andare avanti dal punto di vista artistico, non soffrendo completamente della mancanza di concerti. Ci siamo creati un progetto e ce lo siamo tenuti stretto in questi mesi anche perché è un tributo alla nostra terra, veneziana e friulana. Con accenni al dialetto veneto, che si parla anche nel Pordenonese». —
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