Famiglia avvelenata: analisi anche sui filtri dei condizionatori
A dieci giorni dalla morte di Patrizia e Giovanni Battista Del Zotto ieri i carabinieri sono tornati nella villa di Santa Marizza di Varmo

Per fare luce sul misterioso avvelenamento da tallio che ha colpito una famiglia originaria di Varmo e ha causato due morti saranno analizzati anche i filtri del condizionatore d’aria e del deumidificatore che si trovano nella casa della frazione di Santa Marizza. Ieri mattina i carabinieri della Compagnia di Latisana (stazione di Rivignano) e gli addetti dell’Azienda sanitaria sono tornati nella villa di via Thanner e hanno prelevato i filtri di due macchinari.
I parenti di Patrizia e Giovanni Battista Del Zotto, deceduti il 2 ottobre dopo la contaminazione, hanno riferito infatti che gli impianti erano stati accesi continuamente in agosto nei giorni del loro soggiorno.
E quella di ieri è l’ultima acquisizione di reperti da analizzare dopo i numerosi campionamenti già effettuati la scorsa settimana sia in Friuli, sia nell’abitazione di Nova Milanese (in provincia di Monza) dove da tempo risiedono i Del Zotto.
Gli investigatori hanno già prelevato l’acqua che è risultata non contaminata. Di tutti gli altri test, invece, non si conoscono ancora i risultati. I tecnici di laboratorio ci stanno ancora lavorando. Erano stati prelevati campioni di cibi aperti trovati nelle dispense a Varmo e a Nova Milanese, materiali biologici (in particolare escrementi di topo e di piccione perché una delle prime teorie faceva riferimento a possibili esalazioni di tallio da tali deiezioni), nonché bustine di topicida (prodotto che un tempo veniva realizzato usando appunto il tallio, prima che il pericoloso veleno venisse messo al bando dall’Unione europea).
L’ipotesi relativa a un’eventuale diffusione di tallio nell’aria non è ritenuta una delle più probabili dagli investigatori. Tuttavia le indagini – portate avanti dai carabinieri della Compagnia di Desio, guidata dal capitano Mansueto Cosentino e dai colleghi di Latisana ai comandi del maggiore Filippo Sautto – vengono svolte ancora a trecentosessanta gradi. L’unica certezza, come detto, è che l’avvelenamento non è avvenuto “per colpa” dell’acqua. Mentre tutto il resto è ancora da appurare e bisogna necessariamente procedere per esclusione e con pazienza. Ecco perché gli inquirenti non trascurano nemmeno il condizionatore d’aria che, tra l’altro, se avesse avuto un qualche ruolo nella diffusione del tallio in casa, potrebbe anche spiegare la contaminazione di ben sei persone. Oltre a Patrizia Del Zotto, 62 anni e a suo padre Giovanni Battista, 94, hanno manifestato sintomi da avvelenamento anche l’anziana madre Gioia Maria Pittana, 87 anni, tuttora ricoverata in condizioni serie, nonché la sorella di Patrizia, Laura, 58 anni e anche il marito della stessa Patrizia, Enrico Ronchi, 64, e la badante, Serafina Pogliano, 49.
L’ipotesi al momento più accreditata dagli investigatori è quella di una contaminazione accidentale di qualche cibo. Per questo gli esperti di analisi chimiche cercheranno tracce di tallio in patate (che al momento sono le principali “sospettate”), farine, cereali, verdure e in altri prodotti aperti che erano conservati nel frigorifero e negli armadietti della cucina.
Il pm Vincenzo Nicolini della Procura di Monza ha aperto un fascicolo contro ignoti nel quale si ipotizza il reato di omicidio colposo.
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