Falso sul web: Pizzul è morto Bruno ride e gioca a scopa
La “bufala” corre sul web, almeno quella della morte di Bruno Pizzul, 71 anni. Per la rete non mancano i particolari («è stato colpito da infarto»). Ma per fortuna Bruno sta bene. «Stavo giocando a scopa – dice –, meglio riderci su».

di
Anna Buttazzoni
UDINE.
Per chi conosce bene il gioco della scopa, lo spariglio è fondamentale. È l’essenza della partita. E Bruno Pizzul è un maestro della scopa. Ecco perché ieri, alla notizia (falsa) della sua morte, ciò che più l’ha infastidito è stato essere distratto durante gli sparigli, fino a dimenticarli. Bruno Pizzul sta bene e la bufala, circolata via Internet, gli ha allungato la vita, sostiene il giornalista.
Lui, la voce mitica delle telecronache della Nazionale di calcio, opinionista sportivo del Messaggero Veneto, ieri è stato sommerso dalle telefonate, fin dalla mattina, fin dal primo giro di carte. «La prima chiamata al cellulare – racconta Pizzul, ridendo – è stata del caporedattore della sede Rai del Friuli Venezia Giulia, Giovanni Marzini. Quando gli ho risposto al telefono mi ha detto: “Ma allora sei vivo?”. È certo che sono vivo, gli ho risposto. Poi, mi ha spiegato e ci siamo fatti una risata». Nessun (banale) gesto scaramantico, solo pochi commenti, eleganti, continuando a ridere.
Lo scherzo, macabro, è andato in scena sul web, con tanto di particolari. Come l’infarto che avrebbe colpito il giornalista e la testimonianza di una ragazza pronta a giurare d’aver visto un’ambulanza ferma sotto l’abitazione del “Bruno nazionale”, a Udine. Una falsità costruita così bene da far cadere in fallo anche Wikipedia, l’enciclopedia libera creata on-line, dove per un paio d’ore sono state riportate la data e il luogo di nascita del nostro opinionista, 8 marzo 1938 a Udine, e quelli della morte, 14 ottobre 2009 a Udine. Non solo. Molti siti ci sono caduti, forum, blog. Anche “ilgiornaledelfriuli.net” ha dedicato al giornalista una pagina-epitaffio, con commenti dei “naviganti”, pagina poi tolta e rettificata.
Pizzul non ha idea di chi abbia ideato la bufala. «Forse qualcuno – dice – che, nonostante la preoccupazione e l’attenzione delle forze dell’ordine per il palloncino anti-alcol, ha comunque esagerato lasciandosi andare a questa boutade». Continua a sorridere Pizzul. E a giocare a scopa con amici, a Milano. «Sì – conferma – nonostante le distrazioni ho vinto e sto giocando ancora. Magari mi ha portato fortuna, mi ha allungato la vita».
Il giornalista aggiunge poi un particolare: la prudenza di amici e parenti che chiamavano la moglie. «Il telefono continuava a suonare e dall’altra parte – afferma – c’erano voci serie, preoccupate, anche un po’ imbarazzate, che con molta cautela cercavano di chiedere a mia moglie come fosse andata la mia morte. E invece lei rispondeva con tono squillante e poi tranquillizzava gli interlocutori».
Durante la giornata, dopo aver vinto la partita del mattino e mentre era in corso quella del pomeriggio, il giornalista ha dovuto spegnere il cellulare, per non essere troppo disturbato. Ma mentre parla al telefono trova anche la verve, in una giornata da affrontare solo con ironia, per descrivere lo sguardo del suo compagno a carte. «Continua a gurdarmi male perchè stiamo giocando, perchè risponendo alle telefonate dimentico gli sparigli». E ride, Pizzul.
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