False fatture al bazar: due anni Scattata la confisca dei beni

FIUME VENETO. Confisca dei beni per oltre mezzo milione di euro e la condanna a due anni per false fatture: è la sentenza emessa ieri dal giudice monocratico Iuri De Biasi nei confronti di un imprenditore cinese, legale rappresentante pro tempore della srl Bai-li.
La società gestisce il market omonimo a Fiume Veneto, in via Maestri del lavoro. Gli inquirenti hanno ipotizzato che l’imprenditore si sia avvalso di fatture per operazioni inesistenti nelle dichiarazioni annuali del 2013 e del 2014.
Stando alle accuse tali fatture sono state riportate in contabilità e che hanno formato il bilancio. La Procura di Pordenone ritiene che alle fatture fittizie sia correlata un’evasione d’imposta.
In base ai calcoli del Nucleo polizia economico-finanziaria delle Fiamme gialle e alle comunicazioni dell’Agenzia delle entrate, sono emerse per il 2013 una maggiore Ires di 357.669 euro e una maggiore Iva per 301.431 euro. Per questo periodo di imposta la dichiarazione è stata presentata il 22 settembre 2014.
I finanzieri hanno evidenziato per il 2014 una maggiore Ires per 284.943 euro e una maggiore Iva per 227.987 euro. In questo caso la dichiarazione annuale è stata presentata il 22 settembre 2015.
Nei panni dell’accusa, in udienza, il pubblico ministero Maria Grazia Zaina, che ha concluso per la condanna dell’imputato. Il giudice De Biasi ha inflitto due anni di reclusione.
Gozhang Lin, 33 anni, residente a Pordenone, difeso di fiducia dagli avvocati Alberto e Maria Adelaide Cassini, sostituito in udienza dall’avvocato Valter Buttignol, ha ottenuto il beneficio della sospensione condizionale della pena.
Il giudice De Biasi ha disposto la confisca dei beni fino al raggiungimento dell’importo di 529.418 euro, pari al presunto profitto del reato e sei mesi di interdizione dall’esercizio d’impresa. Motivazioni fra sessanta giorni.
Il collegio difensivo ha contestato l’ipotesi accusatoria, sostenendo invece la correttezza di tutte le operazioni contabili effettuate. «Ora valuteremo l’appello», ha puntualizzato l’avvocato Buttignol. —
I.P.
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