Fabrizio Nonis, l’amico dei grandi chef

Un po’ macellaio un po’ giornalista, con il suo “Stars Cooking” ha fatto brillare “Cucinare” in Fiera

E’ un giornalista gastronomico, è nato a Toronto, viene da Portogruaro. E’ Fbrizio Nonis, l’ideatore e conduttore del format Stars Cooking, che ha permesso la realizzazione degli show cooking e dei talk show a “Cucinare” in Fiera. Un evento nell’evento, sicuramente uno dei grandi punti di forza della manifestazione, che ha messo insieme qualcosa come 15 mila visitatori da venerdì a lunedì scorsi.

Com’è nato questo format, l’avevi già sperimentato in passato?

«Sfruttando l’ottimo rapporto creato negli anni con centinaia di grandi professionisti del mondo enogastronomico che incontro quotidianamente in giro per l’Italia all’estero e che soprattutto per questo motivo sono riuscito a portare a Pordenone. L’idea l’avevo in testa già da anni, ma non avevo ancora trovato il contesto giusto e trovo che “Cucinare” sia ideale perché due grandi eventi diversi si incontrano e possono viaggiare di pari passo, portando un valore aggiunto l’uno all’altro. Stars Cooking dà quel tocco frizzante e quell’appeal mediatico fondamentale per valorizzare ulteriormente Cucinare e differenziarla dalle altre fiere del settore».

L’ad della Fiera ha annunciato che Cucinare è piaciuto molto in Russia e il prossimo anno ci sarà un’edizione a Mosca. Cosa ne pensi?

«A dire il vero non mi è stato ancora chiesto nulla, ma ne possiamo parlare. Però bisogna programmare e pianificare attentamente perché ogni Paese è un mercato a sé stante e ciò che funziona in Italia non è detto funzioni altrove. Io ho lavorato nei principali eventi enogastronomici mondiali, dalla Spagna al Marocco passando per Dubai e anche a New York, dove ero l’unico media italiano accreditato all’edizione statunitense di Identità Golose. Però ogni Paese è una realtà a sé».

Come può crescere ulteriormente Cucinare? La vostra collaborazione proseguirà?

«Si l’intenzione è quella. L’anno scorso dovevamo dimostrare, quest’anno ci dovevamo confermare, il prossimo anno dovremo stupire, per creare ulteriore futuro alla manifestazione. Alcune idee già mi frullano in testa e una è quella di dare una ventata internazionale, magari portando qua autorevoli attori di altri mondi e magari mixando diverse culture».

Quali sono i tuoi progetti futuri?

«Ho appena finito di scrivere un libro – “Becher, storie di un macellaio reporter” – che uscirà a breve e racconta il mio percorso e soprattutto l’incontro tra le mie due strade professionali: il macellaio e il giornalista gastronomico turistico. Cerco di guidare il lettore in un percorso sulle carni e poi propongo 10 ricette di 10 chef iperbolici (una parte delle royalties saranno in beneficienza per l’area giovani del Cro di Aviano, ndr), poi proseguo con diverse produzioni televisive e infine sto aprendo un’accademia di cucina italiana a Marrakech con il supporto di Choumicha Chafay, vero punto di riferimento della cucina in Marocco».

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