Fabio Spitaleri: «Centro anziani chiusocon l'ok anche della minoranza»

San Daniele: il capogruppo di maggioranza racconta i particolari dell’operazione. Commenta: l’opposizione ha finalmente riconosciuto che è fermo solo il servizio di albergaggio

SAN DANIELE. «Il Consiglio comunale ha deciso all’unanimità che la delibera del 25 gennaio scorso relativa al Centro anziani riguarda la cessazione della soluzione logistica di albergaggio che attualmente interessa una parte della struttura». Questa la parte del testo dell’ordine del giorno che ha messo tutti d’accordo sulla questione del Centro anziani di San Daniele.

Fabio Spitaleri, capogruppo di maggioranza, cosa significa?

«Significa anzitutto che la minoranza ha finalmente riconosciuto che ad essere chiuso è soltanto il servizio di albergaggio, vale a dire il servizio di accoglienza nelle camere, mentre sono e saranno disponibili per gli anziani i dieci appartamenti del corpo sud dell’immobile e il salone centrale dedicato all’attività comune. Significa inoltre che l’accoglienza per gli anziani continuerà a far parte delle politiche sociali del Comune, anche dopo che parte dell’edificio sarà riqualificata».

È la prima volta che il Consiglio, sulla questione della chiusura, è compatto?

«Maggioranza e minoranza lavorano insieme sul tema della riqualificazione di parte del centro anziani dall’inizio del mandato».

Quali sono i principali motivi che hanno imposto una decisione così impopolare?

«Innanzitutto la sicurezza degli ospiti. La struttura non risponde più ai requisiti antincendio e presenta gravi criticità di salubrità degli ambienti. Secondo: un’equa distribuzione delle risorse tra tutte le categorie fragili della comunità. Da almeno 10 anni su 30/40 persone sono state concentrate risorse pari a quelle impiegate dal Comune per rispondere ai bisogni di 182 persone assistite dai servizi sociali sull’intero territorio comunale. Terzo: dare una prospettiva futura a una struttura così importante per la comunità. L’edificio si avvia inevitabilmente a essere chiuso e le nostre comunità, comprese quelle della collinare, non hanno le risorse per riqualificarlo. In assenza di un intervento significativo, la struttura è destinata a divenire per i prossimi cinquant’anni una cattedrale vuota, abbandonata e degradata».

Al momento della chiusura quanti ospiti aveva il Centro? Quanti i sandanielesi autosufficienti?

«A fronte di una spesa annua con un deficit pari a 179 mila euro, nel servizio di albergaggio nel 2015 erano presenti, prima della chiusura, 32 ospiti, dei quali solo 12 di San Daniele e di questi, solo 5 autosufficienti».

Nessuna delle amministrazioni precedenti ha mai preso decisioni drastiche, ma solo provvedimenti tampone. Perché?

«Le amministrazione precedenti, e anche quella attuale, hanno chiesto aiuto alle amministrazioni regionali e all’azienda sanitaria. Le richieste – circa 5 milioni di euro per la ristrutturazione – non hanno avuto seguito».

E perché la struttura è arrivata agli attuali stati di deterioramento?

«Interventi di manutenzione ordinaria sono stati effettuati tutti gli anni a partire dal 2000 per complessivi 500 mila euro negli ultimi dieci anni».

Quale la situazione dei centri analoghi nel resto della regione?

«Tutti i centri anziani per autosufficienti stanno perdendo utenza perché si preferisce l’assistenza a casa con le badanti. Nel nostro territorio hanno chiuso i centri di Ragogna e di Fagagna; quello di Buja, come San Daniele, ha chiuso il servizio di albergaggio, mantenendo solo gli appartamenti; il centro di Majano è stato in parte riconvertito per gli anziani non autosufficienti. Magnano e Osoppo hanno trasformato il centro anziani in casa di riposo privata».

Prima di arrivare alla chiusura quali strade avete analizzato?

«Abbiamo verificato la disponibilità dei privati a rilevare il servizio, compreso l’adeguamento edilizio dell’immobile, ma nessun privato si è detto interessato. Ci siamo rivolti alla Regione e all’Ass 4 senza fortuna. Stiamo valutando la riqualificazione di parte dell’immobile, nella veste di social housing».

All’attenzione del Consiglio ora, per gli anziani autosufficienti, ci sono soluzioni abitative nei borghi.

«Il progetto dell’Amministrazione per l’assistenza agli anziani si muove in quattro direzioni: come condiviso nell’ultimo consiglio, ospitalità degli anziani autosufficienti in appartamenti anche nella nuova struttura del centro, se riqualificata nell’ambito del progetto social housing; ospitalità degli anziani diffusa sul territorio comunale in gruppi di appartamenti; nuovi servizi di assistenza per tutti gli anziani presenti sul territorio; valorizzazione dell’esperienza di aggregazione diurna già avviata nelle scorse settimane nel salone centrale del centro anziani».

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