Ex vertici Bcc, la difesa: anomalie rare e irrisorie

Chiusa l’udienza preliminare sul presunto caso di riciclaggio di denaro In 15 scelgono il patteggiamento, abbreviato per Cleri, pm chiede il giudizio per 6
ANTEPRIMA UDINE GENNAIO 2002 TRIBUNALE NUOVO TELEFOTO COPYRIGHT FOTO AGENCY ANTEPRIMA
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di Luana de Francisco

Se anomalie vi furono, nella gestione che del patrimonio della Banca di credito cooperativo di Manzano fecero gli ex vertici finiti al centro di un’inchiesta della Procura di Udine, si trattò soltanto di casi sporadici e di nessuna valenza economica. È attorno a questa argomentazione che il collegio difensivo, tornato a presentarsi, ieri, davanti al Gup del tribunale di Udine, Daniele Barnaba Faleschini, per la discussione finale dell’udienza preliminare di 6 dei 22 indagati - gli unici a non avere optato per riti alternativi -, ha costruito la tesi che punta a smontare il castello accusatorio formulato dal pm Marco Panzeri. Le ipotesi di reato vanno dal riciclaggio all’appropriazione indebita e, soltanto per otto ex funzionari e per la Bcc in quanto ente giuridico, all’associazione per delinquere.

Ed è proprio per cercare di disinnescare, in particolare, la minaccia rappresentata da quest’ultima ipotesi che l’avvocato Riccardo Seibold, del foro di Trieste, difensore dell’ex direttore Dino Cozzi, ha parlato di eventuali anomalie «in parte fisiologiche nel funzionamento di un istituto di credito» e comunque, qualora confermate, riferibili soltanto «a singoli clienti e singoli dipendenti» e relative a «somme di denaro di entità irrisoria, per un guadagno ipotetico calcolabile nell’1 per mille del patrimonio complessivo». Nessun interesse e nessun disegno da parte della banca, insomma, o, per usare l’immagine adoperata dalla pubblica accusa nella propria ricostruzione dei fatti, «nessuna “cupola” nella cupola», come peraltro evidenziato nella macro-analisi condotta, su richiesta delle difese, dal dottor Bicocchi, ex presidente dell’Ordine dei commercialisti di Trieste. Da qui, le richieste dei legali di non luogo a procedere nei confronti, oltre che di Cozzi, anche degli imprenditori Andrea e Daniele Specogna (avvocato Michele Coceani), dell’ex presidente del Collegio sindacale, Salvatore Capomacchia (Ezio Franz), dell’ex direttore della Amphora fiduciaria spa di San Marino, Davide Bonetti (Lorenzo Contrada, del foro di Roma). Sentenza di proscioglimento per intervenuta prescrizione del reato, trattandosi di contestazioni risalenti al 2005, la richiesta avanzata per Davide Buiatti, sia dal pm, sia dal difensore, avvocato Paolo Viezzi.

Ha invece optato per il rito abbreviato Ezio Cleri, ex presidente del Cda, assistito dall’avvocato Mario Formaio, che ha concluso l’arringa sollecitando l’assoluzione. Condanna a 8 mesi di reclusione, invece, la richiesta del pm. Per tutti gli altri, quella di ieri è stata un’udienza interlocutoria, avendo già precedentemente formalizzato richiesta di patteggiamento con la pubblica accusa. Strada che, sempre ieri, ha comunicato di avere imboccato anche Sandro Soldà, difeso dall’avvocato Bruno Malattia, del foro di Pordenone. Sulla sua e sulle altre richieste di patteggiamento - le pene concordate vanno dai 4 mesi a un anno di reclusione -, così come su tutte le rimanenti posizioni, il giudice si pronuncerà nell’udienza fissata per il prossimo 25 gennaio. Il rito alternativo è stato scelto, oltre che dalla Bcc, assistita dall’avvocato Giuseppe Campeis, da Claudio Moratti, Raffaella Currenti, Claudio Chiandetti, Roberto Turrin, Giancarlo Furioso, Raffaele Belliato, Tania Taskova Vassileva, Roberto Rosini, Nicoletta Blasutig, Michele Blasutig e Pia Gottardo. Presente all’udienza di ieri anche l’avvocato De Giorgi, in sostituzione del collega Mancini, di Roma, con il quale la Banca d’Italia si è costituita parte civile, nei confronti di Cozzi, Capomacchia, Bonetti e Cleri, per chiedere, oltre alla loro condanna, anche la rifusione delle spese.

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