Ex “Ovvio”, il parco commerciale spera

Tolto il presidio dei 33 in mobilità («Ma è durissima»), gli altri negozi lanciano la sfida alla crisi

ROVEREDO IN PIANO. «La crisi si fa sentire». Conto alla rovescia per calare la saracinesca di “Ovvio”: Mauro Agricola della Uil-Tucs non mette una pietra sopra al commercio in sofferenza. «L’addio all’emporio della casa che ha fatto la storia dell’oggettistica pordenonese non è indolore e non lo sarà soltanto per 33 ex dipendenti, il 31 luglio. Il presidio si è chiuso con il verbale di mobilità, ma il parco commerciale degli altri shop intorno a “Ovvio” può risentirne».

Le luci e le ombre. «Siamo autonomi da “Ovvio” e abbiamo una clientele fidelizzata». Nel bar-ristorantino che mette a tavola con sapori sopraffini i colletti bianchi e le tute blu nella pausa pranzo feriale tra Aviano e Roveredo, sono ottimisti. «Non abbiamo problemi – dicono cuochi e barman –. Andiamo avanti». Altri stanno hanno fiducia. «C’è l’impresa di pulizia con i dipendenti che possono avere contraccolpi dalla chiusura del supermarket della casa – valuta Agricola –. La Supercoop, Unieuro, il centro Scarpe&Scarpe e il supermercato dell’abbigliamento Del Ben lanciano la sfida alla crisi. Il problema è la mancanza di liquidi nei portafogli». Dita incrociate e Agricola difende il lavoro. «Ce la mettiamo tutta – dice allo sportello Uil-Tucs – per difendere l’occupazione e i lavoratori».

I problemi in mobilità. «Togliamo il presidio per “Ovvio” – si sfogano i lavoratori in mobilità, che hanno ottenuto il salario di aprile 2014 –. Ma è durissima. Ci sono famiglie monoreddito con figli a carico che hanno un buco nero al posto del futuro». Quello che non hanno incassato nei mesi passati, dovrebbe arrivare con il recupero spalmato a fine anno e nel 2015. «Il contratto di affitto del grande magazzino è stato annullato e non ci sono speranze di una ripresa commerciale sulle ceneri di “Ovvio” – Agricola non nasconde la verità –. È difficile prevedere la riapertura di un’attività in tempi brevi». L’accordo sulla mobilità per 15 ex dipendenti di “Ovvio” li congeda alle stesse condizioni degli altri 16 colleghi. Quelli che in giugno avevano chiuso il contratto (ma non i conti alla voce avere) con l’azienda, per cercare altrove dove marcare il cartellino.

Il futuro. «Un grande futuro alle spalle per il parco commerciale». Ironia amara allo sportello Uil-Tucs dove le politiche commerciali passano il setaggio dei contratti di mobilità. La cassintegrazione non durerà in eterno per le aziende in crisi dura e lavoratori con la speranza a scadenza. «La liquidazione della merce che è curata da dipendenti che sono arrivati da altre provincie ha svuotato “Ovvio” – Agricola ha sottolineato la corsa all’acquisto sottoprezzo –. L’ammortizzatore sociale è una terapia a tempo: bisogna rilanciare la politica degli investimenti e dei salari». Il fotofinish di “Ovvio” è come un film già visto». Il problema condiviso è quello di lavoratori con oltre 40 anni a casa.

Chiara Benotti

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