Ex Macello “blindato” per fermare l’occupazione

UDINE. Il Comune “blinda” l’ex Macello di via Sabbadini. E sbarra così la strada a Paolo De Toni, portavoce e (in questo caso) anche apripista del Centro sociale autogestito, che, nel pomeriggio di mercoledì, aveva individuato in due edifici dell’area (dismessa e inagibile), di proprietà comunale, la propria nuova sede. Lo ha fatto incaricando prima gli agenti della Polizia municipale, che già in mattinata avevano provveduto a porre un lucchetto sull’arrugginito portone che collega la zona dell’ex Frigorifero con quella dell’ex Macello - quello attraverso il quale De Toni era passato, per introdursi nei due edifici (la sala dei bovini e un’altra posta di fronte) - e, poi, una ditta che oggi completerà l’opera di interdizione di tutti i varchi, apponendo chiusure provvisorie sugli accessi privi di serrature e coprendo o comunque precludendo i buchi presenti nella rete perimetrale. Obiettivo: porre fine all’occupazione e impedirne il ripetersi. Da qui, anche i sopralluoghi effettuati ieri dai vigili urbani, alla presenza del comandante, Giovani Colloredo.
Blitz terminato, dunque, e nel giro di sole 24 ore. Ma perfettamente riuscito, a detta dello stesso De Toni, che ieri pomeriggio era comunque riuscito a tornare sul posto e ad esporre un nuovo cartello, dopo i due rimossi in mattinata dal portone affacciato su via delle Rogge e gli altri affissi negli edifici. «Non credano che finisca qui - promette De Toni -. Nei prossimi giorni ci sarà un’altra occupazione in un sito che comunicherò a tempo debito. E, anche in quel caso, a espormi sarò soltanto io, per una strategia di basso impatto penale, cioè per evitare, come in questa occasione, che altri, oltre a me, vengano denunciati per occupazione abusiva. L’importante è che si sappia che, dietro a me, ci sono sia i vecchi volti del Csa, sia una nuova generazione di giovani e studenti che reclama spazi sociali». E che, come già per l’ex Macello, sono disposti a sobbarcarsi il peso della bonifica dell’area prescelta, pur di disporre di un’area nella quale svolgere le proprie attività.
A palazzo D’Aronco, intanto, la linea resta quella dura anticipata ieri dal sindaco. «Con il Csa abbiamo discusso più volte - dice Furio Honsell -, ma purtroppo gli spazi proposti non andavano bene: ovviamente, ci muoviamo soltanto all’interno di percorsi legali. L’ex Macello è un’area inagibile e per questo non possiamo autorizzare l’entrata se non che a tecnici. Comunque, continueremo a lavorare per trovare una soluzione». Dal canto suo, l’assessore alle Politiche giovanili, Kristian Franzil, ha ricordato come «esistano altri gruppi della stessa ispirazione con i quali abbiamo avviato un rapporto proficuo, perché - ha detto - hanno presentato progetti articolati per l’utilizzo degli immobili».
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