Ex ceramiche Girardi all’asta, aggiudicate dopo 12 tentativi

Palazzolo dello Stella: offerta di 400 mila euro da parte di imprenditori friulani. Area di 135 mila metri quadrati: possibile interesse di gruppi cinesi o indiani

Aggiudicata all’asta al Tribunale di Udine, dopo 12 tentativi andati a vuoto, l’area industriale delle ex ceramiche Girardi di Palazzolo dello Stella, un insediamento con una superficie di 135 mila metri quadrati, dei quali 36.500 di fabbricati.

La base d’asta, dopo il fallimento dell’azienda che risale al 2008, era di 7 milioni 237 mila euro, ma il gruppo di imprenditori, tutti friulani, che ha fatto l’affare, è diventato proprietario con un esborso di soli 400 mila euro, visto che altre offerte non sono state presentate. Il curatore fallimentare, il commercialista udinese Fabio Zuliani, conferma l’avvenuta compravendita, che dovrà essere perfezionata entro 30 giorni, quindi saranno stipulati i contratti definitivi con le firme dal notaio.

Gli imprenditori locali che sono entrati in possesso delle ex Girardi hanno come capofila il manager carnico Giovanni Cella, che è stato promotore dell’offerta vincente. Cella, che per l’operazione ha costituito una società ad hoc, la Theticos Srl (theticos, dal greco significa positivo), ha molte idee per il futuro del sito. «Adesso siamo già impegnati nel far ripartire quest’area che è strategica per la sua posizione tra Veneto e Friuli, sulla strada per le spiagge di Lignano e Bibione, a pochissimi chilometri dal casello autostradale.

Il complesso immobiliare, a nostro avviso, si presta a diverse iniziative che possono coinvolgere senz’altro investitori globali, anche cinesi, indiani, europei o americani. Ormai il mondo, anche nell’ambito degli affari, è diventato “piccolo” e qualsiasi area può essere appetibile anche a migliaia di chilometri di distanza.

La tecnologia, per esempio, consente di sviluppare iniziative in tempo reale con varie soluzioni e opportunità. I capannoni della ex Girardi hanno metrature importanti e si possono fare davvero molte cose. Potrebbero diventare sede di magazzini di importatori cinesi, o un centro commerciale o altro ancora, magari nel settore ludico-sportivo. Le idee non mancano e le sottoporremo a chi avrà entusiasmo e voglia di metterle in pratica».

Il primo nucleo dell’ex fabbrica di ceramiche fu costruito nel 1962 e in seguito subì diversi ampliamenti con nuovi edifici. Gli ultimi capannoni risalgono ai primi anni ’80, quando, sui 135 mila metri quadrati totali della proprietà, si raggiunsero quasi 40 mila di superficie coperta.

Nel 2008, dopo una serie di traversie giudiziarie, l’azienda venne dichiarata fallita e da allora versa in uno stato di totale abbandono. Negli ultimi tempi prima del fallimento le esportazioni arrivavano a toccare l’85% del totale della produzione. Materiali, macchinari e impianti sono stati già venduti da un precedente curatore fallimentare. Adesso, forse, sarà messa la parola fine all’intera vicenda e tutta l’area potrà tornare a nuova vita.

 

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