Europei, da Casarsa alla notte magica di Londra: "Vai Cristante, ti aspettiamo in Friuli per festeggiare"

Rosario Padovano
Italy's manager Roberto Mancini gestures as he talks to substitute Bryan Cristante, right, as he prepares to join the game during the Euro 2020 soccer championship quarterfinal match between Belgium and Italy at the Allianz Arena in Munich, Germany, Friday, July 2, 2021. (Stuart Franklin/Pool Photo via AP)
Italy's manager Roberto Mancini gestures as he talks to substitute Bryan Cristante, right, as he prepares to join the game during the Euro 2020 soccer championship quarterfinal match between Belgium and Italy at the Allianz Arena in Munich, Germany, Friday, July 2, 2021. (Stuart Franklin/Pool Photo via AP)

Casarsa fa il tifo per Bryan Cristante. Gira da tempo una sua foto accovacciato, da bambino, con la maglia gialloverde della vecchia Sas Casarsa, ma lui aveva cominciato con gli amichetti nel vecchio campo di San Giovanni, dove giocava anche un altro idolo casarsese (letterario e cinematografico) di Roma, Pierpaolo Pasolini. «Sicuramente – dice la sindaca di Casarsa Lavinia Clarotto – Pasolini avrebbe tifato per Bryan. Anzi, sono convinta che, vista la passione del poeta per il calcio, avrebbe potuto chiedere a Cristante di giocare assieme, in qualche partitella».

Scorreranno negli occhi di papà Walter, detto l’American poiché nato in Canada, e di mamma Liana, i ricordi di una vita di sacrifici: i viaggi a Motta di Livenza, alla Liventina, dove Bryan è cresciuto; la partenza a Milano sponda Milan; lo scudetto allievi in rossonero, il debutto precoce in Champions League, alcuni passaggi a vuoto come il trasferimento al Benfica (errore di Galliani), infine l’esplosione all’Atalanta e l’approdo alla Roma e in Nazionale. «Papà Walter è grande animatore di eventi qui a Casarsa – prosegue la sindaca – ed è dipendente comunale. Anche la madre si è stretta nel riserbo in vista di questa sfida. In casa si respira sport di alto livello. La figlia Sharon è pallavolista in A2 a Talmassons». Tra i due il rapporto è eccezionale. «Lo stesso Bryan torna volentieri a Casarsa, quando può e si intrattiene in città», ha aggiunto la prima cittadina. Cristante agli Europei di calcio è entrato sempre nei momenti importanti, sempre nella ripresa, tranne che in semifinale con la Spagna. Contro il Belgio ai quarti ha fatto da diga a centrocampo opponendosi alla foga, senza costrutto, dei Diavoli Rossi. Ha fatto il giro del mondo l’immagine in cui consolava il compagno di club alla Roma, Spinazzola, dopo il terribile infortunio. Cristante è un portafortuna. Con lui in campo gli Azzurri hanno sempre vinto in questi Europei. Della sua utilità si è accorto il nuovo tecnico della Roma, Mourinho. «Un orgoglio avere due finalisti e possibili campioni d’Europa. Bryan ha grande personalità di squadra e lo dimostra il fatto che Mancini sceglie di farlo entrare sempre nei momenti difficili. La finale? Inghilterra e Italia – “legge” così la finale lo Special One – hanno due profili simili, non hanno fatto molti errori, sono due nazionali solide e pragmatiche. La forza dell’Italia è a centrocampo con Jorginho, Verratti e Barella, ma anche con Cristante e Locatelli».

Bruno Cover, all’epoca responsabile giovanile della Liventina di Motta di Livenza, fenomenale serbatoio di campioni a 700 metri dal Friuli (tanto dista il territorio mottense da Pravisdomini) lo ha descritto così. «Mi colpì subito. Già centrocampista nei movimenti, benché da pulcino i ruoli non siano mai ben definiti. In quegli allenamenti a Casarsa, aveva evidenziato qualità tattiche, attenzione allo sviluppo del gioco. Era sempre pronto a intercettare il pallone e ripartire. Dimostrava buona gamba, resistenza alla fatica. Si notava per la determinazione».

E ancora: «Nell’ultimo anno di giovanissimi, fu chiamato a Milano per vari allenamenti. In uno dei primi, mi stupì vederlo accanto all’allenatore. L’ultimo arrivato spesso ha soggezione, si mette in disparte. Lui invece voleva ascoltare. Ha sempre manifestato voglia di arrivare, una grinta incredibile. A scuola è sempre andato benissimo, ma fin da bimbo il resto della giornata era solo per il calcio. Papà Walter gestiva gli impianti a Casarsa e sono convinto che nel tempo libero continuasse ad allenarsi lì. Un ragazzo di poche parole, ma che in campo s’è sempre fatto sentire. La sua esplosione è merito di Gasperini».

A Casarsa niente maxischermo? «No – conclude la sindaca Clarotto – nessuno ce lo ha chiesto». Meglio soffrire a casa. Per Bryan.

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