Esproprio illegittimo Il Comune dovrà pagare 462 mila euro

TAVAGNACCO Sono stati “congelati” quasi 700 mila euro sul conto della Tesoreria del Comune di Tavagnacco. L’esecuzione immobiliare è scattata il 16 giugno, a seguito di una sentenza della Corte d’Appe...

TAVAGNACCO

Sono stati “congelati” quasi 700 mila euro sul conto della Tesoreria del Comune di Tavagnacco. L’esecuzione immobiliare è scattata il 16 giugno, a seguito di una sentenza della Corte d’Appello di Trieste, che ha effettuato il computo della cifra spettante a Ruggero Bulfone, per l’esproprio effettuato dal Comune su un fondo di proprietà del privato, atto già giudicato illegittimo dalla Corte di Cassazione nel 2008.

Sul fondo (della superficie di 760 metri quadrati) e su altri terreni adiacenti è stato edificato un parcheggio. Soltanto in qualità di risarcimento danni, la cifra da liquidare ammonta a 250 mila euro circa. A questa somma vanno aggiunte però le spese legali e le varie maggiorazioni, compresi gli interessi. Si arriva così a 462 mila euro. La somma bloccata in banca è maggiore perché così prevede il diritto civile: va accantonata una cifra maggiorata del 50%. Il terzo grado di giudizio è definitivo, nei procedimenti civili. Le due controparti però si fronteggiano ancora dianzi al giudice del Tribunale di Udine perché la cifra non è stata ancora liquidata. Da quando la sentenza della Corte d’appello è diventata esecutiva Ruggero Bulfone si è messo in contatto ripetutamente, via lettera, con il Comune, cercando di addivenire ad un accordo. Non avendo ricevuto risposta, si è deciso di procedere con gli atti esecutivi: prima, il precetto, ovvero è stato intimato all’amministrazione comunale il pagamento dei 462 mila euro, poi l’esecuzione immobiliare. Nell’ultima udienza al Tribunale di Udine, un paio di giorni fa, dove si decide lo svincolo della somma, il comune di Tavagnacco ha fatto opposizione. L’atto potrà essere formalizzato entro il 5 agosto. Poi il giudice deciderà. Trattandosi di una sentenza della Cassazione, la mossa consentirebbe unicamente di dilazionare i termini del pagamento.

La vicenda ebbe origine all’inizio degli anni ’80, con l’opposizione al vincolo sull’area, successivamente oggetto di esproprio. Nel 1993 partì la causa dianzi al Tribunale ordinario di Udine, terminata con il pronunciamento della Cassazione, che ha statuito che il parcheggio era stato completato seguendo un iter amministrativo non corretto. (s.f.)

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