Esplode il telefonino, tecnico ferito

Un addetto di un negozio di riparazioni di cellulari di Martignacco finisce all’ospedale dopo l’esplosione della batteria di un iPhone. Lo smartphone, di proprietà di una ragazza friulana, è stato inviato all’Apple care site support engeneering di Cork, in Irlanda, per essere analizzato

UDINE. Sono da poco passate le 10. Michele traffica al banco del negozio di riparazioni di cellulari in cui lavora, al Città Fiera di Martignacco. All’improvviso un crepitio, poi il fumo denso, quindi un’esplosione: provengono da un iPhone 6, “parcheggiato” a poca distanza, messo sotto carica qualche minuto prima. Lo scoppio fa partire alcuni frammenti della scocca, che feriscono sopra l’occhio destro il tecnico, subito soccorso dai clienti, che allertano il 112.

Michele finisce al Pronto soccorso del Santa Maria della Misericordia: ha riportato graffi corneali e arrossamento, con una prognosi di cinque giorni. Lo smartphone, di proprietà di una ragazza residente in provincia di Gorizia, viene inviato all’Apple care site support engeneering di Cork, in Irlanda, per essere analizzato.

Non è il primo caso di esplosione della batteria di un iPhone: la settimana scorsa due dispositivi sono esplosi negli Apple Center di Zurigo e Valencia causando nel primo caso un ferito. La casa di Cupertino - che non ha rivelato su quali modelli si fosse verificato l’eccessivo surriscaldamento in Svizzera e Spagna - dovrà ora valutare se il malfunzionamento riscontrato al Città Fiera è causato da un difetto di fabbricazione o piuttosto dall’incauta gestione del cellulare da parte del proprietario.

Fumo dal melafonino

L’episodio in Friuli risale alla mattinata del 6 gennaio scorso e si è verificato in un centro riparazioni che si trova al Città Fiera. Lo smartphone di casa Apple era stato consegnato in negozio un paio di giorni prima dalla proprietaria, che aveva richiesto la sostituzione del vetro del display. Al momento dell’incidente il telefono era in carica, collegato alla presa della corrente posizionata sopra al tavolo utilizzato per le riparazioni, che si trova a ridosso del banco-cassa.

«Ho avvertito il fumo, nero, uscire dall’iPhone, poi una sorta di esplosione, con alcuni frammenti che mi sono arrivati addosso, sul volto – racconta il trentunenne Michele (il nome è di fantasia, perché il tecnico ha chiesto di non essere citato con le generalità complete, ndr) –. Ho subito raggiunto l’estintore e cercato di evitare ulteriori danni, poi sono stato soccorso dai clienti, che erano come facilmente intuibili spaventati: non riuscivo a vedere nulla dall’occhio destro».

Secondo il commesso, lo smartphone non aveva subito manomissioni, «aveva ancora tutti i pezzi originali. Cosa è successo? Forse un surriscaldamento della batteria». Michele è stato soccorso dal personale medico del 118 e portato in ambulanza in ospedale: curato al Pronto soccorso, ha riportato lesioni all’orbita oculare giudicate guaribili in cinque giorni.

Il telefono spedito in Irlanda

Il tecnico ha segnalato ad Apple Italia l’episodio, chiedendo come comportarsi. A qualche giorno dalla richiesta, la casa madre ha inviato il delegato di un’azienda veneta a verificare quanto accaduto. L’iPhone a quel punto è stato inviato a Cork, in Irlanda, dove ha sede l’Applecare site support engeneering, il centro europeo di ricerca dell’azienda fondata da Steve Jobs. I ricercatori dovranno ora accertare le cause del malfunzionamento, verificando se il dispositivo è stato manomesso o se si tratta effettivamente di un difetto di fabbricazione.

I casi in Europa

Tre giorni dopo il caso di Martignacco il malfunzionamento della batteria di un iPhone ha causato un ferito all’Apple Store di Zurigo. Giovedì 11 gennaio un’altra esplosione si è verificata in un negozio della Apple a Valencia: anche in questo caso a causare lo scoppio è stato un problema alla batteria. Nelle scorse settimane l’azienda della Mela morsicata era finita nell’occhio del ciclone per i problemi tecnici legati proprio al logoramento delle batterie e al rallentamento causato nei dispositivi.

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