«Esenti dal vaccino» Dal giudice del lavoro due Oss sospese
Approda per la prima volta dinanzi al giudice del lavoro di Pordenone Angelo Riccio Cobucci un ricorso urgente per la riammissione in servizio all’AsFo di due operatrici socio-sanitarie sospese. L’una è casa da settembre, l’altra da ottobre. Quando scatta la sospensione per mancato adempimento all’obbligo vaccinale, gli operatori sanitari non ricevono lo stipendio (salvo ferie, permessi o premi produttivi). Assistite dall’avvocato Gabriele Fantin, le dipendenti dell’AsFo intendono far valere però il loro certificato di esenzione dal vaccino per motivi di salute. Chiedono di essere adibite, fino al 31 dicembre, a mansioni diverse, non a contatto con il pubblico, in modo da evitare eventuali rischi di contagio. La riallocazione in altre mansioni è una possibilità prevista dalla normativa sull’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari. Così come l’esonero dalle iniezioni per ragioni di salute comprovate da un certificato medico. Le due oss chiedono inoltre al giudice di condannare l’Asfo a pagare le retribuzioni dovute dalla sospensione fino all’effettiva riammissione in servizio. L’Azienda sanitaria, ricevuta la notifica del ricorso d’urgenza, ha deliberato martedì di costituirsi in giudizio con l’avvocato Vittorina Colò. —
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