Erboristeria, scatta l’sos contro la liberalizzazione e la concorrenza on line



«Oggi il piccolo commercio è distrutto: valorizziamolo e tuteliamolo con delle leggi che lo salvaguardino». È il grido d’allarme lanciato da Antonio Bessega, da quasi 40 anni erborista a Pordenone. Il settore dell’erboristeria è severamente colpito da liberalizzazione e commercio on line.

Bessega, già presidente del gruppo Fei (federazione erboristi italiani) di Ascom, ha fondato l’Unione erboristi, un consorzio di tutela e promozione dell’erboristeria che ha lo scopo di diffondere conoscenze e prodotti tra gli aderenti. Attualmente diffusa tra Pordenone e le province di Treviso e Venezia, ha l’ambizione di diventare una realtà nazionale.

«L’Unione erboristi è garanzia di qualità – ha affermato Bessega, che ne è presidente –. Con la liberalizzazione che ha riguardato anche il nostro settore, c’è chi si improvvisa erborista pur non avendo le competenze. Chi fa parte del nostro consorzio ha invece comprovata esperienza e conoscenza nel settore».

Succede molto spesso, invece, che il settore erboristico sia travolto dal “fai da te”, soprattutto legato all’e-commerce e alle notizie che appaiono su internet, molto spesso parziali o fuorvianti.

«Ci autotassiamo – ha spiegato il presidente – e cerchiamo di organizzarci con competenza, professionalità e fornendo consulenza alla clientela». Tra gli appartenenti c’è anche uno scambio reciproco di conoscenza nonché di prodotti realizzati dagli stessi erboristi: si tratta di prodotti che non si trovano altrove se non nelle erboristerie aderenti. «Soprattutto non si trovano su amazon o nei supermercati», precisa Bessega.

In provincia di Pordenone le erboristerie sono una dozzina. Il solo Bessega ne gestisce due: Fiordicampo in corso Vittorio Emanuele e L’albero della vita in viale Grigoletti. Nel suo laboratorio ha creato una settantina di prodotti. —



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