«Era meglio rifare l’esistente o creare un centro benessere»

L’amministrazione frazionale di Pesariis contraria all’investimento della Comunità montana. Legambiente: c’erano altre priorità come sistemare gli itinerari escursionistici

PRATO CARNICO. Se per il sindaco di Prato Carnico l’investimento ha senso, di tutt’altro avviso sono l’amministrazione frazionale di Pesariis e Legambiente Carnia, dalle cui parole emergono contrarietà e problematiche che devono essere assolutamente risolte.

Pesariis

Sono i vertici a parlare: «Noi eravamo contrari e ritenevamo che il rifacimento di quel piccolo skilift, che si trovava lì dal 1973 e che la Frazione ha gestito fino al 2009, fosse sufficiente per il tipo di mercato e di clientela. È un posto fuori dal mondo, nel quale da sempre si va o a imparare a sciare o a fare le settimane bianche».

«Attualmente possiamo aggiungere il mercato delle famiglie con figli piccoli. Avremmo preferito vedere usare i soldi un po’ per rifare l’impianto vecchio, un po’ per fare il centro benessere così da migliorare l’offerta. Accettiamo questo nuovo impianto e speriamo che lo finiscano presto perché sono passati sette anni da quando è stato chiuso».

«Ma sappiamo già che non si finirà quest’anno e confidiamo nel 2017. Per come la vediamo noi, l’impianto andrà ceduto, come proprietà, al Comune di Prato Carnico. Il quale lo darà in gestione al gestore dell’albergo, tenendo per sé i costi della straordinaria manutenzione e facendo fare la manutenzione ordinaria al gestore dell’albergo. Abbiamo interesse che la cosa funzioni».

«Rimangono però due problemi seri: nel 2004, come da atti pubblici, risulta che abbiamo chiesto per iscritto a sindaco, prefetto, Telecom, Regione e Comunità Montana l’installazione di un ripetitore per la telefonia cellulare. Non c’è. Lì manca il segnale del cellulare».

«Una persona non può chiamare a casa e dire “sono arrivato”. Altra cosa che segnaliamo è lo stato molto mediocre della viabilità. Si sa che le strade di montagna sono strette ma ci sono due ponti in cui le corriere non passano. Viabilità fisica e servizio di telefonia mobile sono indispensabili».

«Sennò non si può dire “Come mai nessuno gestisce un albergo?”. Come fa uno a gestire un albergo senza poterci arrivare in maniera agevole e senza cellulare? Se in un anno non è stato individuato un gestore dell’albergo è perché manca la stagione invernale. Senza impianto nessuno si prende l'impegno».

Legambiente

Marco Lepore, presidente del Circolo di Legambiente della Carnia, è critico sul futuro di Pradibosco, soprattutto guardando al fattore meteo: «Tra gli impianti sciistici compresi tra gli 800 e i 1.300 metri di quota, quello di Pradibosco è uno degli ultimi rimasto in attività. L’innalzamento delle temperature, la mancanza di neve ed il conseguente aumento dei costi di gestione hanno costretto a chiudere quasi tutte queste iniziative».

«Se Pradibosco ha, in qualche modo, “tenuto” lo si deve alle caratteristiche della valle che consentono una conservazione del manto nevoso e rendono praticabile in particolare lo sci di fondo. Da qui a pensare di investire non trascurabili risorse finanziarie pubbliche per incrementare la pratica dello sci da discesa, sperando in un improvviso mutamento delle tendenze climatiche in atto, ce ne corre».

«Il fatto che il progetto in corso di realizzazione fosse stato proposto già da alcuni anni, avrebbe dovuto spingere ad una maggiore riflessione sulla sua utilità e priorità rispetto ad altri interventi».

«Oltre all’impatto ambientale legato alle nuove piste da sci, colpisce poi che nei dintorni siano da anni impraticabili od in cattive condizioni di percorribilità alcuni itinerari escursionistici interessantissimi, come il sentiero Corbellini, tra il rifugio De Gasperi ed il Passo Siera ed il sentiero Cai 321, che da quest’ultima località permette di raggiungere Casera Tuglia ed il rifugio Cjampizzulon, consentendo un trekking di più giorni». (a.f.)

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