Entro l’anno via ai lavori alla caserma Cavarzerani
Entro la fine dell’anno potrebbero partire le demolizioni di una parte dell’ex caserma Cavarzerani. La conferma è giunta ieri dal direttore regionale dell’Agenzia del demanio, Fabio Pisa nel corso della commissione Territorio e ambiente. Nella struttura di via Cividale troveranno posto un archivio a servizio della pubblica amministrazione, un polo accentrato della polizia di Stato, un plesso direzionale riservato agli uffici della pubblica amministrazione (compresi quelli che si trovano in via Gorghi). «Per il primo ambito, quello degli archivi – ha illustrato il direttore Pisa – c’è già un progetto preliminare e siamo in attesa, nel 2021, di ricevere 1 milione di euro per procedere con l’appalto del progetto definitivo-esecutivo. Per il polo della polizia è in corso la progettazione preliminare e stiamo lavorando alla progettazione definitiva per procedere con le prime demolizioni, che potrebbero già avvenire entro la fine dell’anno. Tempi certi per il resto del cantiere – ha aggiunto – non ce ne sono». Più indietro l’iter per la parte direzionale. Sarà riqualificato anche il grande parco verde esistente, esteso per oltre 20 mila metri quadrati. La giunta, come ha ricordato l’assessore Giulia Manzan, ha già dato il via libera al master plan per riconvertire l’area. I costi complessivi dell’intervento sono stati stimati in 40 milioni di euro per la cittadella della sicurezza, 50 milioni per il polo archivi e 20 milioni per l’area direzionale (risorse non del tutto disponibili). La commissione, presieduta da Giovanni Govetto, ha posto la questione degli edifici in città che si svuoteranno in seguito alla riconversione della Cavarzerani, a cominciare dalla questura per proseguire con gli uffici di via Gorghi (Demanio e Agenzia delle Entrate).
La seduta si era aperta con il punto della situazione sul Peba, il Piano di eliminazione delle barriere architettoniche. «Entro la fine di marzo – ha chiarito Manzan –, l’Università ci consegnerà gli elaborati frutto degli approfondimenti degli ultimi mesi, che utilizzeremo per sviluppare la fase successiva del Peba, con l’individuazione delle priorità di intervento sulla base delle criticità evidenziate». A spiegare il lavoro dell’ateneo nel dettaglio, è stata la professoressa Cristina Conti. —
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