Emissioni di gas radon: sono 42 le abitazioni oltre la soglia massima

L’8% delle misurazioni effettuate in città supera i parametri Sono i risultati di sei mesi di controlli sul territorio



L’8% delle misurazioni realizzate a Palmanova durante la campagna per la protezione dai rischi connessi alla presenza del gas radon supera il parametro dei 300 Bq/m3 indicato come valore soglia dalla Comunità europea. In numeri assoluti, si tratta di circa 42 abitazioni. Sono alcuni dei dati emersi ieri pomeriggio durante il convegno organizzato da Comune di Palmanova e Arpa, per rendere noti i risultati della campagna “Palmanova sicura”, un progetto che ha visto la misurazione per sei mesi della presenza del gas radon in centinaia di abitazioni della città, e per illustrare le possibilità d’intervento atte a ridurre la presenza di questo gas radioattivo naturale, inodore e incolore, prodotto dal decadimento dell’uranio, dichiarato cancerogeno dall’Organizzazione mondiale della sanità.

La campagna ha coinvolto per circa sei mesi tra il 2017 e il 2018 centinaia di persone: sono stati distribuiti gratuitamente alle famiglie (privilegiando le case con locali al piano terra) 757 dosimetri; ne sono rientrati 609, ma 607 sono quelli che hanno dato misurazioni utilizzabili. Dei dosimetri analizzati 546 appartengono a unità familiari (con una copertura del 30% delle famiglia residenti) e 61 ad attività produttive (con una copertura del 60% delle attività). I risultati sono stati illustrati da Concettina Giovani di Arpa che ha spiegato come il 92% delle rilevazioni registra un libello di gas radon inferiore a 300 Bq/m3; il 6% un livello compreso tra 300 e 500 e un 2% un livello superiore a 500. «La concentrazione media di radon indoor nel comune di Palmanova – ha spiegato – è più bassa di quella media regionale (125 Bq/m3 rispetto a 153 Bq/m3). Il numero delle abitazioni con concentrazioni superiori ai 300 Bq/m3 è anch’esso percentualmente inferiore alla media regionale (circa l’8% rispetto al 12,2%)».

È toccato all’esperto nazionale Giovanni Zannoni illustrare le possibili azioni di rimedio per le abitazioni civili. Ha parlato dell’inserimento tra la casa e il terreno di una membrana impermeabile al radon (un accorgimento facilmente eseguibile nelle case di nuova realizzazione, ma possibile in alcuni casi anche in quelle già costruite), della possibilità di creare una depressione sotto la casa nel terreno o nel vuoto sanitario se presente, della soluzione di pressurizzare l’aria nel terreno sotto l’abitazione o nel vuoto sanitario per deviare il percorso del gas radon diretto nell’abitazione. «Non si tratta – ha precisato – di soluzioni molto costose: si può andare da meno di 1000 euro a 5-6000 euro per residenza».

L’Arpa ha già effettuato una ventina di sopralluoghi nelle abitazioni e attività produttive “oltre i limiti” che ne hanno fatto richiesta e sta supportando coloro che hanno deciso di introdurre delle misure di risanamento. Alcuni interventi sono già in corso e verranno monitorati nella loro efficacia. —



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