Emergenza coronavirus: scattano i controlli degli ispettori del lavoro per far rispettare il metro di distanza in negozi e supermercati

UDINE. La spesa finisce nel mirino del Viminale. Nei supermercati e nei negozi scatteranno più controlli da parte delle forze dell’ordine per far rispettare il metro di distanza tra le persone. A indicarlo è una circolare inviata ai prefetti dal capo di Gabinetto del ministero dell’Interno, Matteo Piantedosi, in seguito all’entrata in vigore del decreto firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte del 10 aprile che contiene misure per contrastare la diffusione del coronavirus fino al 3 maggio.
Le regole.Sì agli acquisti nelle attività che possono restare aperte, dunque. Ma rispettando regole ben precise. Oltre al rispetto della distanza di sicurezza, dovrà essere garantito l’ingresso scaglionato dei clienti e le persone non potranno sostare all’interno dei locali più del tempo necessario per l’acquisto dei beni.
Controlli degli ispettori. I prefetti potranno chiedere la collaborazione delle Asl e avvalersi degli ispettori del lavoro per controllare l’osservanza delle precauzioni «dettate per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e la sussistenza di adeguati livelli di protezione dei dipendenti».
Istruttorie più veloci. Iter più veloce per dare l’ok alle imprese a proseguire le loro attività. Ai prefetti il Viminale ha infatti chiesto di accelerare le istruttorie sulle richieste di autorizzazione presentate dalle aziende. Per alcune delle attività la cui apertura è stata consentita con il decreto del 10 aprile (come gli impianti per l’industria dell’aerospazio e della difesa e delle altre attività strategiche per l’economia nazionale) il nuovo provvedimento prevede che basti il sistema della «preventiva comunicazione al prefetto», mentre in precedenza occorreva «il meccanismo dell’autorizzazione».
Pertanto, per quanto riguarda le richieste di autorizzazione arrivate alle prefetture «non ancora definite o decise negativamente», la circolare sollecita i prefetti a rendere più veloce l’istruttoria «al fine di verificare se possano considerarsi come comunicazioni legittimamente presentate ai sensi del nuovo decreto». Altra novità del decreto è che il prefetto può disporre la sospensione dell’attività di un’impresa «sentito il presidente della Regione interessata».
Stop a 2.300 imprese. Fino all’8 aprile le prefetture hanno ricevuto 105. 727 comunicazioni di prosecuzione di attività da parte delle imprese in seguito al lockdown del Covid-19; per 38.534 è in corso l’istruttoria; per 2. 296 è stato adottato il provvedimento di sospensione.
Controlli della Gdf. I prefetti potranno demandare anche alla Guardia di finanza lo svolgimento di specifici controlli e riscontri sulla veridicità del contenuto delle comunicazioni prodotte dalle aziende relativamente alla possibilità di proseguire la propria attività perché appartenente a una delle filiere consentite. Le Fiamme Gialle «in linea con le proprie funzioni di polizia economico-finanziaria», potrà svolgere i controlli «a mezzo di disamine , tramite le banche dati in uso e, dove necessario, rilevamenti nelle aziende». —
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