Elezioni 2018, arriva Salvini in Friuli: agli ex padani non piace Tondo e la candidatura va in stand by

Vertice a Udine, lunedì 19 marzo, tra il leader della Lega e i dirigenti regionali. In ballo la conferma all'ex governatore o la corsa in solitaria

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Tutti in attesa della parole del lider maximo – e non crediamo si offenderà visto il passato da “comunista padano” – che lunedì, 19 marzo, arriva al Palamostre di Udine e prima ha in programma un vertice con i big regionali della Lega nella sede di Reana. Sì, il centrodestra attende Matteo Salvini come l’uomo capace – con le sue parole – di indicare e decidere il destino della coalizione.

Lo aspetta Renzo Tondo che ha passato la sua domenica «tranquillo e rilassato» nella sua Verzegnis considerato come sappia bene che dall’intervento di Salvini dipenda il futuro della sua candidatura – al momento sempre ufficiale sia chiaro –, la forza della sua corsa il 29 aprile e pure le chance di battere Sergio Bolzonello e il M5s. Perché la base leghista è in rivolta, di lui pare non volerne proprio sapere e preme per un cambio di rotta che porti alla candidatura di Massimiliano Fedriga. Anche a costo di strappare con il resto della coalizione.



Possibilità concreta, questa, per quanto il Carroccio (e quindi Salvini) si muova su un crinale stretto e impervio.
Il nome di Tondo, prima di tutto, è frutto di un accordo nazionale in cui l’indicazione del candidato – al netto dell’isterismo con cui si è arrivati a scegliere l’ex governatore – spetta a Forza Italia. Per cui dovrebbero essere gli azzurri a chiederne la rimozione. Difficile, per quanto non impossibile visto il malumore che serpeggia anche tra diversi quadri e possibili candidati di Forza Italia e che si sommano ai sospetti – questa volta nati e cresciuti in casa centrista – legati al fatto che gli azzurri non abbiano ancora avviato la raccolta delle firme a differenza di Fratelli d’Italia.

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La domanda, però, è la seguente: possono permettersi i vertici locali di chiedere a Roma la sostituzione del nome ufficialmente indicato da Berlusconi? E, nel caso, il Cavaliere cederebbe la Regione – come ha sempre negato fino a questo momento – alla Lega? Pare quantomeno arduo visto l’attuale stato dei rapporti nell’alleanza. Al massimo potrebbe pensare a una “sostituzione” di Tondo con Riccardo Riccardi sul cui nome secondo voci di Palazzo (non confermate) la Lega potrebbe pure convergere rispettando così l’accordo nazionale e, allo stesso tempo, schierando un candidato che viene ritenuto potenzialmente più forte dell’ex governatore.

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Resterebbe, quindi, una sorta di “piano B” e cioè la rottura unilaterale della Lega. In questo caso, però, i problemi sarebbero parecchi. A livello locale, prima di tutto, significherebbe correre in solitaria (o al massimo con l’appoggio di ProgettoFvg) visto che Fratelli d’Italia è a buon punto con la raccolta firme e ha già fatto trapelare nei giorni scorsi, per bocca di Fabio Scoccimarro, come non abbia intenzione di ricominciare da capo, peraltro prendendosi l’onere di contraddire la decisione di Giorgia Meloni.

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Udine 17 Marzo 2018 Tondo al MV Agenzia Petrussi foto Massimo Turco


Senza dimenticare, inoltre, che uno strappo in Fvg – contraddicendo pure quanto sostenuto da Giancarlo Giorgetti al Corriere della Sera dove ha spiegato come «si è chiusa l’intesa per la candidatura di Tondo» per la quale «a conferma della nostra lealtà e coerenza» sacrifichiamo «anche l’amore per la sua terra di Fedriga, uno dei nostri uomini migliori» – avrebbe dirette ripercussioni sulla tenuta della coalizione a Roma (e forse anche in Lombardia). In palio, in questo momento, non c’è soltanto la possibilità di formare un Governo, ma, con tempistiche molto più brevi, anche la definizione delle presidenze di Camera e Senato dove le votazioni cominceranno soltanto venerdì e a Salvini serve l’appoggio di Forza Ialia e Fratelli d’Italia.

Un crinale stretto, appunto, su cui muoversi per Salvini a meno che non si decida di utilizzare il Fvg come strumento per rompere a Roma e aprire a un accordo con il M5s per un Governo di scopo. Teorie, ipotesi e ragionamenti di un centrodestra che stasera punta a trovare, finalmente, pace. Sempre che dopo queste settimane non sia troppo tardi in vista del 29 aprile.
 

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