Ecstasy in discoteca, morte-giallo a 16 anni
Processo ai titolari, che non patteggiano. I parenti chiedono danni per un milione di euro
Una discoteca, una giovane sedicenne, Valentina Fuin, morta ingerendo ecstasy, un processo che sta per concludersi a 4 anni dai fatti. Questi gli ingredienti di una storia che, nel 2006, vide coinvolta la discoteca Tnt di Lugugnana, nel Portogruarese, frequentatissima dai giovani pordenonesi. E proprio una giovane della nostra provincia, accusata di aver procurato la droga, patteggiò tre anni di reclusione.
In questo contesto si inserisce lo scenario portato alla luce dagli atti processuali: giovani che dal Pordenonese arrivavano in pullman al locale disfandosi, appena scesi dai pullman, di ingenti quantitativi di stupefacenti quando vedevano arrivare polizia e carabinieri per i controlli.
Quattro anni di reclusione e 4 mila euro di multa ai tre cugini Anzolin - Claudio, Dario e Silvio - gestori nel 2006 della discoteca Tnt di Lugugnana sono stati chiesti dal pm Rita Ugolini nel processo ai tre, accusati di agevolazione di cessione di droga. I familiari della ragazza, che si sono costituiti parte civile - assistiti dagli avvocati Doglioni, Vassallo e Ganzer - hanno, inoltre, chiesto un risarcimento di un milione di euro. Il 22 aprile ci sarà l’ultima udienza del processo con le eventuali repliche della difesa e, con ogni probabilità, la sentenza.
Si chiuderà così, almeno per la legge, la drammatica vicenda di Valentina, uccisa dalle pastiglie di ecstasy che acquistò quella notte maledetta credendo di stordirsi solo un po’. Per la cessione della droga erano finiti sotto inchiesta in cinque: i due giovani sospettati di aver passato e venduto tre pastiglie alla ragazza, il mestrino Luca Marangon e la pordenonese Ketty Gasparotto, e i tre gestori della discoteca, Claudio Anzolin (45 anni di Portogruaro), e i cugini Dario (47 di San Michele al Tagliamento) e Silvio (36 anni di Portogruaro).
I primi due avevano preferito uscire dal processo e patteggiare subito la pena: un anno e mezzo di reclusione al primo e tre anni alla seconda. I tre cugini - assistiti dall’avvocato Malattia di Pordenone - hanno invece scelto il rito ordinario. Nel corso del processo sono stati ricostruiti i momenti di quella sera, quando Valentina si appartò per assumere l’ecstasy che le sarebbe stata fatale.
Un’indagine lunga e certosina condotta dagli uomini del commissariato di Portogruaro insieme a quelli della Squadra mobile veneziana che avevano portato da un lato all’individuazione di chi aveva venduto e acquistato l’ecstasy che aveva poi ucciso Valentina e, dall’altro, alla chiusura del locale e all’imputazione per gli Anzolin, soci di Opera srl che gestiva la notissima discoteca di Lugugnana.
I poliziotti avevano poi raccontato che, oltre a sequestrare per quattro volte ad altrettanti giovani sostanze stupefacenti all’interno del locale, in più occasioni avevano trovato pastiglie, cocaina e hascish gettate a terra nel parcheggio o all’uscita dei pulman che arrivavano da Pordenone e da Udine. Era la droga di cui i ragazzi si liberavano non appena vedevano all’orizzonte i poliziotti o i carabinieri in divisa.
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