Ecco il testamento milionario Il lascito

«Il mio patrimonio per aiutare i giovani». La finalità dei 40 milioni lasciati dalla possidente di Caneva. Il patriarca di Venezia segue personalmente la procedura
BARSOTTI - VIA ALTINATE 16
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CANEVA. «Voglio con questo testamento realizzare un desiderio e dare corso a una decisione che ho maturato da molti anni: quella che il patrimonio della mia famiglia non venga disperso, ma che rimanga unito, così da garantire la possibilità di raggiungere uno scopo a me caro, quello di aiutare i giovani meritevoli ma bisognosi di aiuto economico. Istituisco mio erede universale il Patriarcato di Venezia».

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È parte del testamento – il notaio che sta seguendo l’atto è Guido Bevilacqua di Pordenone – voluto dalla novantaduenne Anna Maria Chiap di Caneva, deceduta il 12 agosto. Il suo patrimonio, ereditato dal padre Guido originario del Padovano, si estende tra il Veneto, il Friuli, la Lombardia.

La sua eredità è da vertigine. C’è chi ha avanzato una stima approssimativa: 40 milioni di euro. Consiste in 16 fabbricati e 56 terreni distribuiti in 4 comuni (Caneva, Sacile, Padova, Volta Mantovana) e tre province (Pordenone, Padova, Mantova). La sua famiglia era tra le più ricche di Caneva.

Nella sua lunga vita Anna Maria Chiap – era nata a Vicenza il 17 novembre 1921 – aveva elaborato scelte, decisioni nate anche da una personale sofferenza. Era senza eredi. Per questo, forse, nel suo testamento ha pensato di indirizzare tutte le sue sostanze proprio ai giovani. In una società rappresentano la speranza, il futuro. Ora centinaia di ragazzi potranno beneficiare della sua generosa eredità. Giovani che saranno i suoi “figli”.

La proprietà in Caneva – questa la volontà dell’anziana signora – dovrà mantenersi unita e non venduta, i terreni coltivati, i fabbricati manutenuti. Nel testamento viene inoltre evidenziato «di utilizzare il patrimonio e le rendite dallo stesso derivanti per aiutare i giovani meritevoli ma bisognosi di aiuto economico, fornendo loro sostegno morale e economico, eventualmente vitto e alloggio, allo scopo di consentire loro di sviluppare le capacità intellettuali di ciascuno».

Poi ancora un riferimento ai giovani meritevoli e intellettualmente dotati: «È mia intenzione, infatti, che non siano costretti a rinunciare alle loro ambizioni per mancanza del denaro sufficiente al mantenimento. È mia intenzione altresì di fornire ai giovani che lo desiderino un luogo, quale la mia proprietà in Caneva (Pn), sereno e ordinato nel quale poter vivere e studiare. Desidero che il mio patrimonio sia destinato ad aiutare i giovani privi di prospettive per il loro futuro, perché privi dell’ambiente familiare e dei mezzi per prepararsi a un lavoro efficiente secondo le loro attitudini e possibilità intellettuali».

E il Patriarcato? Ha fatto sentire la sua voce e da quanto si sa è lo stesso patriarca Francesco Moraglia a seguire tutte le operazioni, affiancato dal vicario generale monsignor Angelo Pagan e da monsignor Dino Pistolato, vicario per i servizi economici.

In un comunicato, il Patriarcato evidenzia che «la procedura di accettazione dell’eredità è già attivata e in corso, obbligatoriamente con beneficio d’inventario e soggetta anche alle previste e necessarie autorizzazioni canoniche».

Nel secondo punto il Patriarcato spiega che «il patrimonio derivante dall’eredità non viene affidato al Patriarcato di Venezia perché ne faccia libero uso, ma secondo la forma di una “fondazione non autonoma” e con vincoli precisi e strettissimi stabiliti dalla stessa dottoressa Chiap. Non potrà perciò essere utilizzato per qualsiasi fine, per quanto positivo e pastoralmente “utile”. In particolare si segnala che, anche per riprendere esempi comparsi sugli articoli di giornale, in base alle dettagliate volontà espresse dalla dottoressa Chiap il lascito non potrà essere utilizzato genericamente per poveri, tossicodipendenti, attività scolastiche o formative, ma dovrà essere espressamente finalizzato a sostenere e favorire il percorso di vita, gli studi e l’avviamento professionale di giovani meritevoli».

Nel terzo punto della nota il Patriarcato informa che «contestualmente alle procedure di accettazione e preinventario attualmente in corso, sta valutando ed elaborando progetti specifici ed economicamente sostenibili – su base ventennale – per verificare la reale possibilità di dare esatto adempimento a quanto stabilito dalla dottoressa Chiap».

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