E Ponte Meduna resta un imbuto

Nel 2007 fu finanziata la progettazione per il raddoppio Mai trovate le risorse nemmeno per sistemare l’esistente

PORDENONE. Doveva essere il cuore del progetto di riqualificazione della ex Statale 13 e invece è diventato il suo tallone d’Achielle. La sistemazione di Ponte Meduna – oggi principale strozzatuta di una Pontebbana divenuta viale urbano e asse centrale del commercio della grande distribuzione – è un altro capitolo non proprio eroico della storia delle infrastrutture del Friuli occidentale.

Era il 2007, quando si progettò il raddoppio del ponte. La Regione – assessore Lodovico Sonego – trasferì ad Aans 600 mila euro (576 mila 114 euro girati) per progettare l’opera che sarebbe poi stata finanziata, nelle promesse, dalla Regione. Il costo quantificato otto anni fa era di 12 milioni di euro.

Il progetto prevedeva un manifatto con una lunghezza complessiva di circa 300 metri, dotato di due corsie della larghezza di 3,75 metri e due banchine laterali di 2,5 metri. Proprio nelle due fasce laterali doveva essere creata una barriera che consentiva di mettere pienamente in sicurezza il marciapiede ma anche la pista ciclabile.

A differenza del ponte attuale, quello che doveva essere costruito aveva un’andatura curvilinea che non impediva, però, di garantire una piena visibilità. Il disegno architettonico era caratterizzato da 2 impalcati alti 60 metri, seguendo un indirizzo sollecitato dalla Regione, ovvero dare al ponte un aspetto significativo in maniera tale da rappresentare un biglietto da visita prestigioso per il capoluogo di provincia. Insomma l’idea rispondeva a un’esigenza estetica e non solo funzionale.

Nel 2008 la giunta regionale cambiò e quel progetto fu ritenuto troppo costoso. Il territorio, nell’ambito di una negoziazione con la Regione, preferì garantirsi le risorse necessarie a realizzare la bretella sud che, stando ai tecnici, avrebbe permesso di drenare forti quote di traffico dalla Pontebbana rendendo di fatto non più necessario il raddoppio del ponte. Anche la bretella, però, è ancora una linea sulla carta.

Per tentare una soluzione che potesse contemplare costi e tempi ragionevoli, la Provincia – con l’assessore Antonio Consorti –, qualche anno fa propose di utilizzare i 3 milioni e mezzo previsti per l’osso di cane (opera che è diventata oggetto di una guerra tra Comuni), per sistemare proprio il ponte. Niente più raddoppio, ovviamente, ma lavori sufficienti ad allargare il manufatto e mettere in sicurezza pedoni e ciclisti. Una proposta, che è rimasta tale. Così come è rimasto inadeguato lo stato del ponte, ancora in attesa di un progetto sostenibile.

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