È morto Guido Casarsa signore delle vette friulane

Guida in centinaia di escursioni e fondatore del Gruppo montagna, aveva 66 anni Sarà sepolto domani nel cimitero di Feletto Umberto con una cerimonia laica
Di Alessandra Ceschia

TAVAGNACCO. Per tutta la sua esistenza ha rincorso la vita semplice, senza fronzoli. Cercava l’essenza. E quell’essenza Guido Casarsa l’aveva trovata nelle vette friulane dove, negli anni, ha accompagnato centinaia di persone. È stato trovato privo di vita nella sua abitazione ad Adegliacco dove è morto all’età di 66 anni, i suoi funerali saranno celebrati domani alle 12 nel cimitero di Feletto Umberto con una cerimonia laica, organizzata per sua espressa volontà.

Persona riservata e solitaria, con una comunicazione frenata da una leggera balbuzie, Guido spiegava le sue ali quando raggiungeva le alture, coltivando una passione che era fiorita nell’arco di oltre un trentennio.

Metà della sua vita l’ha trascorsa lavorando all’interno dell’azienda Moroso, era un abile tappezziere, ma quell’attività gli andava stretta, così, negli anni Ottanta, si licenziò e approdò al Circolo Risveglio in via Aquileia a Udine.

«Il nostro è stato il primo centro a diffondere la macrobiotica a Udine – ricorda Sergio De Prophetis gestore della “bioteca” di via Villa Glori a Udine – Guido aveva uno stile di vita igienista e fu assieme a noi per molti anni quando la diffusione di questi principi era tutt’altro che facile, più che un lavoro, spesso si trattava di volontariato in realtà».

Proprio in quell’ambito, al Circolo cominciarono a spuntare i disegni di Guido Casarsa che raffiguravano montagne, fiori e verdi distese assolate. Stava nascendo così il “Gruppo montagna”, l’habitat in cui avrebbe spiegato le ali “Guido la guida”, come hanno preso a descriverlo gli appassionati della montagna, o anche “Guido il salvadi” come amava descriversi lui stesso.

Così facendo, Guido ha messo in cammino centinaia di persone, alla ricerca di sentieri, di bivacchi e di cime che ben conosceva. Nelle ascese dava un nome a ciascun fiore o pianta selvatica e riconosceva gli uccelli dal loro canto, mentre intorno si condivideva la fatica, e attraverso quel lento andare sbocciavano amicizie e legami duraturi. «Da ragazzo era stato un atleta, un corridore – ricorda l’amica Lorenzina Del Fabbro – poi aveva scelto il cammino e, vista la sua competenza, aveva cominciato a lavorare per l’associazione di escursionismo La boscaglia».

A ricordarlo con un pensiero corale sono gli “amîs de montagne” che gli rivolgono un ultimo saluto. «Per merito tuo e delle tue camminate – ricordano – ci siamo conosciuti e abbiamo costruito amicizie e affetti. Mandi Guido, luminoso e lieto sia il tuo nuovo sentiero».

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