È morto Graheli il re dei cocktail nelle notti udinesi

La notizia della sua morte a soli 35 anni si è diffusa sui social rapidamente nella serata di venerdì, perché Giovanni Graheli era uno di quelli che tutti conoscevano, soprattutto chi negli ultimi dieci anni ha frequentato i locali più noti di Udine e della regione. Fin da ragazzino aveva capito che la sua strada era quella del bartender, che tra cocktail, musica e luci avrebbe espresso davvero se stesso.
Da bambino abitava nella zona di via Gorizia, ha frequentato la parrocchia della Madonna delle Grazie, dove i suoi coetanei lo ricordano bene come un ragazzo che voleva diventare uomo in fretta, che andava al campeggio di Culzej in Val Pesarina (con i capelli colorati di biondo) con il gruppo del catechismo e, come ha scritto un suo vecchio amico in un post su Facebook, «il classico ragazzino che voleva spaccare il mondo con la tua esuberanza, la tua ribellione e il tuo essere straordinariamente fuori dagli schemi. Mi avevi tartassato una settimana intera in montagna, mi sembra ieri che scappavi giù per il torrente. Ci siamo rincontrati nel “mondo della notte” dopo tanti anni, e ti avevo ritrovato cresciuto, maturato, serio...».
Già, il “suo” mondo della notte. Dopo essersi diplomato allo Strigher, Giovanni, che amava alla follia mamma Anna, le sorelle Shanti e Martina, e il fratello Valentino, aveva iniziato a volare lontano dalla sua Udine: prima nelle Baleari per fare esperienza, per imparare da quelli bravi, per poi tonare in Friuli e continuare la sua strada nei locali più noti della città, come il Contarena, il Casomai, il Queen, ma anche in quelli di Lignano Sabbiadoro, come il Ca’ Margherita, e in molti altri. Ha lavorato anche a Rimini, a Selva di Val Gardena, e dal 2017 fino a marzo 2019 negli Stati Uniti, a Miami, ed era poi tornato a casa, dove ad aprile aveva trovato impiego in un’azienda di alimenti biologici a Basiliano.
Gli amici di oggi lo ricordano come una persona seria, educata e rispettosa di tutti, ma che non evitava di dire la propria opinione, anche se scomoda. Sul lavoro tutti lo ammiravano per la professionalità, la precisione, l’eleganza nel vestire e dell’agire, e la preparazione che c’era dietro ogni suo gesto. A questo lui teneva moltissimo. Sul suo profilo Linkedin aveva scritto: «Ho lavorato come barista professionista per oltre 9 anni... mentre studiavo inglese e spagnolo. Queste esperienze hanno rafforzato la mia passione per un servizio di alta qualità e la soddisfazione del cliente». «Sempre al top», diceva Giovanni a chi lo incontrava. E così si è congedato. —
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