E i disperati rubano rifiuti per arrotondare

SACILE. Cartoline urbane con rifiuti rubati. Nodi al pettine nelle mini-piazzole ecologiche sulla Pontebbana e altrove: carta, vetro e cartoni sono “l’oro” nella monnezza che va a ruba.
È un altro sgarro alla raccolta differenziata a Sacile: in via Stadio, per esempio hanno scaricato anche una madia di legno, uno stendino, un frigo, una poltrona semi-sfondata e materiali in cartongesso, come fosse una discarica. Poi, la madia è sparita in poche ore, senza l’intervento di Ambiente e servizi perchè qualcuno se l’è portata a casa. Di fianco alla “movida”, a qualche metro dalla Grava sulla Statale, i disperati fanno il pieno di carta e vetro da rivendere. Riempiono il baule dell’auto e li chiamano i “topi” delle piazzole.
In principio erano i rifiuti hi-tech: andavano a ruba nella piazzola ecologica di San Giovanni Livenza. Monitor, compressori di vecchi frigoriferi, televisioni tradite dai maxi schermi e abbandonate, cellulari smontati nel mirino dei ladruncoli notturni, soprattutto immigrati. Poi, la crisi ha allargato il fronte dei nuovi poveri alle oasi ecologiche sparse in città. Vetro e cartone sono una miniera d’oro: da rivendere a peso. Fanno da calamita per gente che non ha il lavoro, che raccoglie senza dare nell’occhio anche in pieno giorno e rivende nel mercato nero. La media che ogni sacilese smaltisce e ricicla è di circa 3 o 5 chili l’anno e sono una miniera di risorse per quelli che non hanno nulla: solo il problema di campare.
Un fenomeno, quello dei furti di rifiuti che, dagli scarti tecnologici agguanta le parti povere di mucchi di carta (quotidiani, libri, cataloghi) e vetro, a volte la plastica. In Italia, il 70% dei poli urbani o piazzole extraurbane è stato preso di mira dai “topi”: smembrano le componenti e le inviano di solito sul mercato nero dei Paesi asiatici e africani. Il riciclo piace agli ambientalisti e ai ladri.
La curiosità segnalata dai residenti è su alcuni oggetti lasciati intorno ai cassonetti di sera e spariti nottetempo. Di fatto, i cartoni abbandonati vicino ai cassonetti, dopo un paio di ore si volatilizzano. Si raccoglie e si rivende: “pecunia non olet” e per resistere al tanfo dei rifiuti basta pensare a quello. Cumuli di cartoni spariti con altri rifiuti solidi e vistosi: rubati dopo essere abbandonati dai furbetti che violano le regole della differenziata e dello scarico.
L’idea del suk della monnezza copia l’esperienza vissuta sotto la linea Gotica: a Napoli, nell’emergenza dei rifiuti in piazza, i cumuli scaricati erano setacciati da gruppi organizzati. A Sacile potrebbero essere dei poveracci che fanno la ronda intorno alle oasi ecologiche, per raccogliere e riciclare cartoni, tubi, mobiletti e altro.
I ladri “organizzati” della monnezza alimentano traffici di rifiuti speciali nel mercato clandestino e irregolare. Quello che trova bande specializzate nell'operare il prelievo di oggetti ritenuti privi di valore, ma che hanno ancora una “chance” di essere redditizi.
Chiara Benotti
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