E anche Snaidero punta al grande business in Oriente

UDINE. Un mercato sconfinato oltre che un competitor dal quale difendersi. La Cina è anche questo: un’occasione di business cui le imprese di casa nostra guardano con sempre maggior attenzione. Snaidero compresa. L’azienda friulana, leader nella produzione e commercializzazione di cucine, in Cina ha infatti deciso di metter “radici” aprendovi una società dedicata, Snaidero China, joint venture con la pechinese Hi-Season Trading Co Ltd.

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Obiettivo: distribuire in modo esclusivo le cucine “arancioni”, rigorosamente made in Italy – saranno infatti realizzate interamente negli stabilimenti di Majano –, sui canali retail e contract cinesi. Per entrare in un mercato così vasto e complesso, l’azienda di Majano ha scelto un socio d’esperienza, leader nella distribuzione a gestione diretta di elettrodomestici di fascia alta, importati da Italia, Germania e Francia, attraverso una rete di circa 250 negozi in oltre 70 città della Cina. «Hi-Season Trading co. Ltd è il partner ideale per portare il nostro brand nella Great China e coniugare alla qualità e al design del prodotto Snaidero un altissimo livello di servizio.

Questa operazione rappresenta un ulteriore passo verso una presenza sempre più internazionale e sempre più qualificata del nostro gruppo all’estero», ha detto annunciando l’operazione l’Ad Snaidero, Massimo Manelli, chiamato a risollevare l’azienda dopo l’acquisizione della maggioranza del gruppo da parte di Dea Capital. Il programma di espansione in Cina prevede l’apertura di 4 flagship store in altrettante città, partendo da Pechino, dove sarà inaugurato il primo negozio a giugno, per proseguire poi con Shanghai, Shenzen e Chengdu entro il 2019 e ancora con la successiva diffusione del marchio in altre città, assieme a partner locali o sub-dealers, e con un impegno particolare diretto allo sviluppo del segmento contract.

In Cina, Snaidero muove poco più che i primi passi. I numeri parlano chiaro. A oggi l’azienda vanta appena 3 distributori nel Paese e un giro d’affari di circa 2 milioni di euro.

«L’aspettativa è di aumentare significativamente i risultati inaugurando una nuova fase di espansione distributiva e commerciale del marchio. Questa della Cina – ha svelato Manelli – è infatti la prima di una serie di partnership che intendiamo realizzare con solidi e stimati operatori in Paesi come l’Australia e l’India».

Lo sbarco in questi nuovi mercati passerà sempre attraverso una joint venture con operatori locali. «Stando nella società possiamo da un lato beneficiare della conoscenza che i nostri partner hanno del mercato locale – ha aggiunto l’Ad – e dall’altro verificare che prezzi e gestione del marchio siano quelli corretti e non sviliscano il valore immateriale del nostro prodotto». L’export dell’azienda di Majano vale oggi ben il 60% del fatturato ed è frutto di mezzo secolo d’esperienza oltre confine.

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