Due mostre alla galleria Bertoia su Giannino Furlan e Carlo Ciussi

L’architetto fu un geniale innovatore nel secondo dopoguerra Il pittore è stato fra i protagonisti dell’arte italiana del Novecento 

Saranno presentate domani in municipio in sala Aldo Missinato le mostre allestite alla Galleria Harry Bertoia di Corso Vittorio Emanuele, “Giannino Furlan, architetto a Pordenone” e “Carlo Ciussi, pittura come umanità allo stato puro”.

Interverranno gli architetti Luciano Campolin e Andrea Catto, curatore e co-curatore della mostra dedicata a Giannino Furlan, l’architetto Marina Giorgi, presidente dell’Ordine della provincia di Pordenone, la professoressa Francesca Pola, curatrice della mostra dedicata a Carlo Ciussi, e Bruno Mercuri, autore del video dedicato a Carlo Ciussi.

L’architetto Gianluigi (Giannino) Furlan ha contribuito al dibattito architettonico ed urbanistico di Pordenone nel secondo dopoguerra, laboratorio per sperimentare nuove idee e proposte legate ai temi della residenzialità e dell’incremento demografico. In questo contesto culturale egli ha manifestato la crescente attenzione per i materiali costruttivi e le relazioni con l’insieme urbanistico nel quale si inserivano i nuovi manufatti. Si è trattato di un percorso di ricerca che ha esteso anche all’arredo degli interni e agli interventi di riqualificazione dell’esistente, con grande attenzione allo spazio circostante. La mostra a lui dedicata (aprirà il 3 settembre) è stata realizzata in collaborazione con l’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Pordenone e con la Fondazione Ado Furlan.

Carlo Ciussi è stato un protagonista dell’arte italiana del XX secolo: le sue opere trasmettono immagini intense e di vibrante essenzialità, che appaiono come espressioni di umanità allo stato puro. Il percorso espositivo delinea l’evolversi della sua ricerca dal 1964 al 2012 sempre indirizzata a fa rivivere, mediante il colore, le relazioni dell’uomo con l’ambiente circostante. Si tratta di un segno artistico che muta nel tempo e da geometrico diventa angolare fino a disseminarsi all’interno dell’opera pittorica. Attraverso questi tracciati visuali l’artista coglie l’evolversi del mondo e le relazioni che ogni persona sperimenta con la realtà.

La sua opera non è categorizzabile secondo schemi correnti o canoni precostituiti, ma viene vissuta come inesorabile e inesausta trasformazione dell’universo. La mostra a lui dedicata (11 settembre-17 ottobre) è realizzata in collaborazione con l’Archivio Carlo Ciussi e la Fondazione Ado Furlan. —

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