Dubbi, perplessità e tanta confusione: ecco cosa ne pensano studenti e prof della nuova maturità

UDINE. Conto alla rovescia per la maturità 2019. A 9 giorni esatti dalla prima prova scritta, quella di italiano, cresce la preoccupazione dei circa 9 mila studenti friulani che dovranno affrontare un esame ricco di novità. Il 19 giugno, ai maturandi toccherà misurarsi con il nuovo tema di italiano.
Non ci sarà più la traccia storica, al suo posto 3 tipologie di elaborato per un totale di 7 tracce che spazieranno su diversi ambiti, dall’artistico al letterario e filosofico, passando per quello scientifico, storico, sociale, economico e tecnologico. Nella tipologia A, con due tracce, sarà richiesta un’analisi del testo, nella B, per la quale sono previste tre tracce, l’analisi e la produzione di un testo argomentativo, infine nelle due tracce della tipologia C gli studenti potranno elaborare una riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità.
Abbiamo chiesto a sei maturandi di Udine e Pordenone e a due professori cosa ne pensano della riforma e delle novità per questo esame di Stato.
GLI STUDENTI
"La vera sfida con l'orale è riuscire a collegare argomenti diversi". Manca pochissimo alla prima prova della maturità targata 2019. E quest’anno ai ragazzi tocca recitare un ruolo importante: gli aprifila della “Matura 2.0”, come la chiamano alcuni. Tra questi c’è Lisa Marin, studentessa della VC del Liceo Percoto, indirizzo scienze umane.
«La nuova tipologia di esame non mi spaventa ed essere tra le prime a sperimentarlo ha i suoi risvolti positivi perché sia gli studenti che i prof si trovano ad affrontare una nuova sfida. Sono certa che ci daranno una mano». Nessun rimpianto per la tesina: «Mi piace questa nuova formula per l’orale. Ci mette alla prova sulla capacità di spaziare tra gli argomenti. Una sfida per il futuro».
Lisa Marin, VC del Liceo Percoto - Udine
Allo scientifico il mix "micidiale” matematica-fisica. Matematica e fisica, il mix perfetto per gli amanti dei numeri o un vero incubo per chi, come cantava Venditti, non farà mai di questa materia “il suo mestiere”. A fare i conti con una seconda prova tosta saranno i ragazzi del liceo scientifico. Tra questi c’è Piero Dal Poz, studente della VA del Leo-Major di Pordenone. «In queste settimane abbiamo lavorato tanto sulle simulazioni della seconda prova, cercando sempre nuovi esercizi». Superato lo scoglio del 20 giugno, i ragazzi dovranno fare i conti con le “tre buste” dell’orale. Il timore più grande: «Andare fuori tema. Il rischio è che i collegamenti siano un po’ “tirati per i capelli»
Piero Dal Poz, VA del Leopardi-Majorana - Pordenone
Doppia versione per i classicisti: "Scelta bilanciata". Seneca, Tucidide, Cicerone o peggio...Valleio Patercolo! Per i liceali la vera sfida (e il vero divertimento) sta tutto nel toto-nome per la versione, quest’anno doppia. È Caterina Moro, studentessa del Leo-Major, classe VC, a spiegarci i pro e i contro della riforma: «Tradurremo un testo in latino e lo analizzeremo confrontandolo a quello in greco. Poi c’è la parte delle tre domande a risposta aperta». Difficile? «In realtà a molti di noi piace questa seconda prova. Non era “giusto” escludere una delle due lingue studiate nel quinquennio. E incentrare il test solo sulla traduzione grammaticale avrebbe tralasciato tutto lo studio sulla letteratura»
Caterina Moro, VC del Leopardi-Majorana - Pordenone
"Racconterò le mie esperienze di alternanza". Nel bagaglio della conoscenza degli studenti molto pesa l’esperienza dell’alternanza scuola-lavoro. Un valore aggiunto soprattutto per chi, come Matteo Rizzi, classe VB del Marinelli, è andato all’estero.
Si parlerà anche di questo durante la prova orale della Maturità 2019: «Racconteremo - spiega Matteo - la nostra esperienza di alternanza. Io, per esempio, ho lavorato in un’azienda agricola in Irlanda». Una parte del suo percorso formativo, come ci racconta, era incentrato sul ruolo dell’Unione europea nel mercato del lavoro. Il suo futuro, però, è tra i numeri: «Mi iscriverò a matematica, a Trieste. Poi la specializzazione in data science e scientific computing in lingua inglese»
Matteo Rizzi, VB del Marinelli - Udine
"Un errore dimenticare uno dei due vocabolari". La maturità sembra quasi uno scherzo di fronte alla domanda da un milione di dollari: cosa voglio fare da grande? Se l’è chiesto anche Rachele Benvenuto, classe VC del Leo-Major. Rachele affronterà la prova per il classico e la doppia versione di latino e greco. Ma per la seconda prova non ha timori. Come altri suoi compagni, la giovane trova «stimolante questa modalità. C’è più spazio per la letteratura».
Certo, portare i vocabolari di latino e greco, non sarà facile: «Il rischio è di dimenticarsene uno! La prof ci ha consigliato di preparare lo zaino la sera e di lasciarlo davanti alla porta». Altri dettagli nel kit del maturando? «Direi... 15 penne e una collana da tormentare: scarico così la tensione»
Rachele Benvenuto, VC del Leopardi-Majorana - Pordenone
"Non sono teso. La sera precendente si va a letto presto". Alex Colle ha già vinto in partenza. Se per molti la maturità è un incubo che perseguita i sogni anche da adulti, lui non ha alcun timore: «Sono tranquillo e penso che la sera prima mi farò una bella dormita rilassante». Alex frequenta la VB del Marinoni, indirizzo grafica e comunicazione.
Nemmeno le tre “buste” dell’orale lo preoccupano: «Mi piace spaziare tra gli argomenti e trovare collegamenti tra le materie. Poi se hai studiato durante tutto l’anno, tutto viene più facile e naturale». Per la prima prova, il test di italiano, Alex punta tutto sulla traccia C. E ai suoi compagni di classe dice: «Niente paura, è una sfida che va affrontata con serenità»
Alex Colle, VB del Marinoni - Udine
I PROFESSORI
Regole calate dall'alto: cambiare in corsa ha reso tutto più difficile
Una riforma calata dall’alto che «avrebbe richiesto qualche anno di rodaggio». Più che bocciata, la nuova maturità viene rimandata a settembre da molti professori friulani. Al centro delle polemiche c’è la prova orale che, come ci spiega Valerio Marchi, professore di storia e filosofia al Marinelli di Udine, rispolvera il vecchio colloquio e «quell’idea di pluridisciplinarità. Un concetto che, tra l’altro, non è nuovo». La lacuna più grande, secondo il prof di storia, sta proprio nel modo di fare didattica: «Il nuovo esame di Stato presuppone - spiega Marchi - un diverso modo di insegnare.
I ragazzi devono essere abituati da subito, fin dal primo anno di liceo, a ragionare per collegamenti. Per alcune materie è già cosi, per altre serve tempo. Farlo a metà dell’ultimo anno è poi ancora più complicato. Come se si volesse costruire una casa partendo dal tetto e non dalle fondamenta». I ragazzi, che vengono già valutati in cinque anni, sono davanti alla loro «prova di maturità, appunto. Sarà poi compito di noi docenti guidarli durante l’orale». Tagliata la traccia di storia dalla prima prova, una decisione «che mi lascia molto perplesso. Erano troppo difficili? Forse era sbagliato il modo di scriverle», commenta il docente.
Valerio Marchi, docente di Storia e Filosofia
"C'è tanto lavoro da fare ma è un buon inizio per 'svecchiare' la scuola"
La realtà non è una di quelle palle di cristallo con la neve. Non è immutabile, anzi, cambia continuamente. «E questo nuovo esame di maturità rispecchia il mondo fuori dalla scuola. I ragazzi devono essere cittadini consapevoli, con capacità critica e con tutti gli strumenti necessari per leggere l’attualità». Così vede la riforma dell’esame di Stato la professoressa Antonietta Marrazzo, docente di lingua inglese al liceo Percoto di Udine.
Certo, c’è ancora molto da fare per migliorare e per chiarire alcuni passaggi della riforma ma «tutto sommato non mi dispiace - aggiunge - perché introduce un concetto importante come quello della valutazione per competenze». La nuova maturità, insomma, non ha nulla da rimpiangere rispetto alla “vecchia” a cui eravamo abituati. «In questi mesi abbiamo lavorato con i nostri studenti sul modo di vedere il loro bagaglio di conoscenze. I giovani inizieranno a comprendere che quanto studiato non è una nozione priva di radici ma che piuttosto sono indumenti che indossano e che possono utilizzare nel corso della loro vita e formazione». Un’ultima rassicurazione ai maturandi da parte della prof Marrazzo: «Tranquilli, noi docenti siamo qui per voi e vi guideremo»
Antonietta Marrazzo, docente di Lingua inglese
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