Droga, l’accusatore non si presenta: 2 assolti

UDINE. Erano accusati di detenzione ai fini di spaccio di cocaina: il primo avrebbe portato da Brescia a Udine 305 grammi di droga, il secondo si sarebbe invece rifornito da un giovane albanese per poi rivendere la “roba” a clienti italiani. Peccato che il principale accusatore dei due (che nel frattempo ha patteggiato la pena) in tribunale non si è mai visto. Così alla fine il giudice Francesca Feruglio non ha potuto far altro che assolvere, perché il fatto non sussiste, sia Saimir Muzhaqi, albanese di 27 anni, sia Luigi Giancotti, udinese, di 58 anni.
Le indagini della polizia erano cominciate nel 2009 e nell’aprile del 2010 erano scattati quattro arresti. Agli investigatori, Elton Dusku, dopo essere stato arrestato perché sorpreso con 300 grammi di cocaina, aveva raccontato di essersi rifornito da Muzhaqi e di voler poi cedere parte della droga a Giancotti. Dusku, secondo la ricostruzione della polizia, smerciava cocaina a una clientela quasi esclusivamente albanese e romena, soprattutto giovane. I consumatori italiani invece si sarebbero riforniti da Giancotti. Un’ipotesi questa che l’avvocato Alberto Tedeschi ha sempre contestato.
«L’unico presunto riscontro di queste affermazioni - ha sottolineato - sarebbe un tabulato telefonico in cui risultano alcune chiamate fatte da Dusku al mio assistito che invece non avrebbe mai telefonato all’albanese. Siamo andati in dibattimento convinti di poter smontare tutte le accuse e alla fine è arrivata un’assoluzione piena com’era inevitabile vista l’inattendibilità delle accuse rivolte al mio cliente da un coindagato».
Soddisfatto anche l’avvocato Massimo Borgobello che assisteva Muzhaqi: «A carico del mio cliente c’erano solo le dichiarazioni di un coimputato del medesimo reato, né lo stesso era stato sorpreso con sostanza stupefacente addosso; alcune intercettazioni avrebbero semplicemente indicato dei contatti con gli “udinesi”.
Ho quindi subito sostenuto l’inidoneità del materiale probatorio: le dichiarazioni rese dal coindagato dovevano trovare riscontro in elementi esterni; di più, il dichiarante non era stato citato come teste. Per queste ragioni, dopo la discussione, il giudice aveva ritenuto di dover sentire il coindagato in dibattimento». Ma il coindagato, come detto, in tribunale non si è mai presentato. Dopo aver patteggiato la sua pena è infatti possibile che abbia lasciato il Paese e così tutte le accuse sono cadute. (c.r.)
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