Droga al Rolling Stones, due arresti

Lignano, operazione congiunta di polizia e carabinieri: il locale era diventato un punto di riferimento per le cessioni di cocaina

LIGNANO SABBIADORO. Era diventato un punto di riferimento per lo spaccio e il consumo di sostanze stupefacenti a Lignano Sabbiadoro. Non è un caso, allora, se a puntare gli occhi sul “Rolling Stones” di via Latisana, da tempo, erano stati sia la Squadra mobile della Questura di Udine, sia i carabinieri della compagnia di Latisana e i colleghi della stazione lignanese. Il risultato è l’operazione, congiunta appunto, che lo scorso 23 marzo è culminata nell’arresto di Marco Alessandro Bazzanini, 51 anni, residente nella stessa località balneare e gestore del locale, e di Ardjan Pashja, 42 anni, albanese residente in provincia di Treviso e titolare dello stesso locale, in società con la moglie di Bazzanini. Per entrambi, l’accusa è di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

L’arresto è avvenuto in flagranza di reato, dopo che gli indagati sono stati pizzicati durante il passaggio di circa 70 grammi di cocaina dalle mani dell’albanese a quelle dell’italiano. Da qui, a seguire, anche il provvedimento di sequestro del “Rolling Stones” e, nei giorni scorsi, l’udienza di convalida davanti al gip del tribunale di Udine, Emanuele Lazzàro, che ha disposto per entrambi la misura cautelare della custodia in carcere. Nel procedimento, Bazzanini è assistito dall’avvocato Ludovico Rinoldi, del foro di Udine, che ha definito la questione complessa e preferito riservarsi la linea difensiva, mentre Pashja è seguito dall’avvocato Giuseppe Muzzupapa, del foro di Treviso.

Durante la perquisizione, gli inquirenti - gli agenti della Mobile, guidati dal vicequestore aggiunto Massimiliano Ortolan, e i carabinieri di Latisana, al comando del maggiore Filippo Sautto, e di Lignano, diretti dal luogotenente Nerio Loise - hanno trovato e sequestrato, oltre alla cocaina, anche materiale idoneo al confezionamento e 3 mila euro in contanti, considerati provento della cessione. L’ipotesi al vaglio del pm Andrea Gondolo, che coordina l’inchiesta, è che Treviso fosse il terminale di uno dei canali di approvvigionamento della droga destinata alla località balneare. L’inchiesta raccoglie due distinti fascicoli (l’altro era coordinato dal pm Lucia Terzariol): quello nato dall’attività della Questura, che al “Rolling Stones” era arrivato dopo la chiusura l’estate scorsa, del “Roxy Bar” di Corso Italia, e quello cui avevano lavorato invece i carabinieri, cui erano giunte diverse segnalazioni da parte di residenti lignanesi sui giri sospetti nel locale di via Latisana.

Il cartellino giallo al “Roxy Bar” era arrivato a metà settembre con provvedimento di sospensione per trenta giorni a firma del questore Claudio Cracovia. A determinare lo stop all’attività di somministrazione era stato il sequestro di mezzo grammo di cocaina all’interno del locale durante una perquisizione della Mobile. Quanto a Bazzanini, nell’ottobre 2016, aveva patteggiato la pena a tre anni di reclusione e 12 mila euro di multa, per avere acquistato e venduto alcuni quantitavi di cocaina tra i mesi di luglio e settembre del 2015.

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