Drigani presidente di Corte d’Appello

Prestigioso incarico a Trieste per il magistrato udinese Tra i suoi processi quelli alle Br e sulla strage del ’98
Di Anna Rosso
Lasorte Trieste 04/05/2007 - Tribunale Sentenza Processo Buosi
Lasorte Trieste 04/05/2007 - Tribunale Sentenza Processo Buosi

Il magistrato Oliviero Drigani ai vertici della magistratura regionale. Nelle ultime ore, infatti, è stato designato dal Consiglio superiore della magistratura quale nuovo presidente della Corte d’appello di Trieste. Si tratta dell’incarico giurisdizionale più alto nel Distretto del Friuli Venezia Giulia. E l’interessato accoglie questa nuova “missione” «con assoluta umiltà e misura». «Sono onorato – spiega infatti il giudice – e spero di meritarmi la fiducia. È un ruolo di servizio che riguarda l’organizzazione e la supervisione gestionale».

Udinese doc, classe 1954, uomo di legge e di sport, Oliviero Drigani si è laureato in giurisprudenza a Trieste nel 1978. Ma il suo anno d’oro è stato il ’79, quando è diventato avvocato e ha anche vinto il concorso in magistratura. «Se facessi adesso l’esame – scherza –, non lo passerei, perchè è sempre più difficile e selettivo e ogni volta si candidano oltre trentamila persone. Ciò è lo specchio di una realtà sociale come quella di oggi che si presenta sempre più complicata per i giovani».

Assunte le funzioni nel 1980, il giovane magistrato cominciò la sua carriera proprio a Trieste, come sostituto procuratore della Repubblica. Dieci anni dopo, nel 1990, l’approdo a Udine come giudice della sezione penale. In quegli anni fu anche presidente della Corte d’Assise di primo grado e seguì processi importanti come quello sulle Br. Poi, nel 1996, il ritorno a Trieste, alla Corte d’Appello «con un colpo di fortuna». «Ci arrivai giovanissimo – ricorda – e da quel momento in poi sono sempre stato assegnato a sezioni civili». Nel 1998 assunse l’incarico di presidente della Corte d’Assise d’appello. Risale a quel periodo anche il processo sulla strage di viale Ungheria. E dal 2009 è presidente della Seconda sezione civile. La passione del magistrato udinese per il mondo dello sport si manifestò fin dalla gioventù, da quando, appena ventunenne, fu collaboratore del Messaggero Veneto per le pagine sportive. «Ricordo con nostalgia – riferisce Drigani – quegli anni in cui imparai come si riesce a convivere in un ambiente di lavoro dinamico, con personalità forti e autorevoli». Non solo. Per sei anni fu componente dell’ufficio indagini della Figc e per 5 fece parte della Commissione disciplinare della stessa Figc. «Fu un’altra bellissima esperienza» riferisce. Ora Drigani è anche commissario agli usi civici per la Regione, nonchè presidente della Commissione tributaria provinciale di Udine. Come fa a fare tutto? «Il mio segreto è mia moglie che fortunatamente non chiede la separazione per colpa» ironizza.

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