Dream Village, c’è un’istanza di fallimento

Riguarda la Piesse srl, che gestisce piscine interne e ristorante e, in Cds, ha quote minoritarie in palestra ed Eurosporting
Il sogno della cittadella dello sport e del benessere si offusca. Prima il decreto ingiuntivo, poi il pignoramento delle quote sociali fino all’istanza di fallimento avanzata dal pubblico ministero. E ora il tentativo di sanare la situazione, evitando il fallimento, con un nuovo partner industriale e finanziario che rilanci il centro sportivo più grande della provincia: il Dream Village. Il percorso fallimentare, partito lo scorso dicembre, non riguarda tutto il Dream Village, ma la “Piesse srl”, che gestisce le piscine interne al centro e che ha 12 dipendenti. I soci e titolari di “Piesse” sono il mobiliere Pietro Rigo, il figlio Sergio, la “Cds srl” (società proprietaria della palestra e il cui amministratore unico è Pietro Rigo) e la “Per srl”. Attraverso partecipazioni “Piesse” dispone a sua volta di quote di “Tropical club srl”, “Tropical dream srl” ed “Eurotennis sporting srl”. La richiesta di fallimento, avanzata dal pubblico ministero al giudice Francesco Petrucco Toffolo, nasce da una esposizione di 2 milioni di euro circa della “Piesse” nei confronti della Banca FriulAdria di Pordenone. Il debito della “Piesse” (proprietaria anche dei muri e quindi delle strutture in cui si trovano le piscine interne e il ristorante) altro non è che un mutuo ipotecario acceso dalla società per comprare la struttura. A dicembre scorso la banca, dopo aver emesso un decreto ingiuntivo a novembre, ha deciso di pignorare le quote della società, invece di provvedere a un’esecuzione immobiliare. Tale scelta ha indotto il giudice delle esecuzioni a trasmettere gli atti alla procura della Repubblica. Di qui l’avvio della procedura prefallimentare. Una procedura lunga, se si considera che sono passati sei mesi dall’avvio, ma volutamente lunga. I tempi sono dettati, infatti, dal tentativo di non danneggiare la società, ma di cercare di traghettarla verso una soluzione che, oltre a garantire la continuità dell’attività, possa rilanciarla. Anche ieri mattina si è tenuto un confronto tra le parti davanti al giudice fallimentare per cercare una soluzione diversa dal crac. Al momento tutte le ipotesi restano valide: dal concordato alla ristrutturazione del debito. E’ anche in corso, e sarebbe a buon punto, la trattativa con un partner finanziario e industriale. L’obiettivo, infatti, è di rilanciare tutta la struttura del Dream Village (piscine interne, palestra e ristorante). Caso a sé per l’Eurosporting, che ha una gestione separata (e dalla quale dipende anche la gestione delle piscine esterne) e che è legato alla “Piesse” solo in termini di quote societarie. Le azioni pignorate dalla banca potrebbero essere messe all’asta, ma comunque ci sarebbe il diritto di prelazione, nella procedura d’acquisto, dei soci di maggioranza. Le prossime settimane saranno decisive per il futuro del Dream Village e soprattutto per capire quali saranno i nuovi assetti nella proprietà. Quanto all’attività e ai servizi, non dovrebbero esserci problemi. L’impegno del tribunale e dei legali della società è di arrivare a una soluzione che tenga conto degli interessi dei lavoratori e dei clienti.

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