Draghi pronto a sciogliere la riserva, oggi sale al Quirinale. Da Cartabia a Conte, ecco il toto nome per i ministri del suo governo

ROMA. La formula è quella mista, fatta di tecnici e politici. Una squadra snella, di venti ministri, la metà donne. A sceglierli sarà il presidente incaricato, Mario Draghi, insieme al Capo dello Stato. L’ex governatore della Bce ieri ha avuto contatti con i partiti e ha ricevuto le rose dei candidati che le segreterie gli hanno inviato, pur non avendole chieste. Su una cosa il professore è stato chiaro: non accetterà pressioni né aprirà trattative sulla lista che presenterà al Colle. La larga maggioranza che sosterrà l’esecutivo dunque naviga a vista, nei Palazzi ci si interroga su come verranno scelte le tessere mancanti, visto che i ministeri chiave, quelle economici più Interno e Difesa, saranno appannaggio di Draghi e Mattarella. E sono in tanti che già si propongono per un ruolo da sottosegretario.
I partiti nutrono la speranza che per avere una squadra subito operativa il presidente incaricato dovrà affidarsi a qualche ex ministro. Continua a circolare l’ipotesi che i ministri politici saranno dieci, massimo dodici: tre al Movimento 5 stelle, due ciascuno a Partito democratico, Forza Italia e Lega, uno a Leu, Iv e Misto.
In serata i luogotenenti dei partiti si sentono tra loro e appurano che nessuno è stato ufficialmente contattato. Tra i pentastellati si diffonde addirittura la voce di un colloquio telefonico tra Draghi e Giuseppe Conte e aumentano i rumors di un possibile ingresso del premier uscente nel nuovo esecutivo, agli Esteri o alla Transizione ecologica. Nel Movimento 5 stelle Luigi Di Maio punta alla conferma alla Farnesina e non gli dispiacerebbe andare proprio alla Transizione ecologica, un dicastero che diventerà centrale soprattutto per la capacità di spesa. Ad ambire a un ministero ci sono anche Patuanelli, Buffagni e Fabiana Dadone. Nel Pd in prima fila ci sono Dario Franceschini, Lorenzo Guerini e Andrea Orlando. Dal Nazareno hanno fatto pervenire al premier incaricato un’ampia lista di personalità d’area, tecnici di gradimento che potrebbero entrare nel dream team. Stesso discorso per la Lega che nella propria rosa ha designato Giancarlo Giorgetti, Massimo Garavaglia, i capigruppo Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo oltre a Giulia Bongiorno ed Erika Stefani. Vorrebbe esserci Matteo Salvini, ma tutti i leader dovrebbero restare fuori.
Per Forza Italia vengono quotati Antonio Tajani e la numero uno dei senatori Annamaria Bernini. Leu invece punta ancora su Roberto Speranza alla Salute e Italia viva su Teresa Bellanova. Mario Draghi resta abbottonato e le indiscrezioni che girano sui nomi dei tecnici vengono fatte filtrare dalla politica o dagli alti papaveri della burocrazia. In pole al Mef ci sono Daniele Franco di Bankitalia e Dario Scannapieco, vice presidente della Bei. Per il Mit in lizza il direttore dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini e l’economista Carlo Cottarelli. Quest’ultimo corre anche per la Pubblica amministrazione insieme a Luisa Torchia. Al ministero del Lavoro è spuntato Roberto Rossini, presidente dell’Acli, però in campo resiste Tito Boeri. L’ex dg di Confindustria Marcella Panucci, Lucrezia Reichlin e Ignazio Angeloni (Vigilanza Bce) rappresentano le altre possibilità per le caselle economiche. Una chance potrebbe averla Raffaella Sadun, economista di Harvard esperta di management che ha partecipato ai lavori della task force di Colao. Per la Farnesina i profili più gettonati sono Marta Dassù ed Elisabetta Belloni. Marta Cartabia e Luciana Lamorgese sono collocate da giorni rispettivamente alla Giustizia e al Viminale.
Alla Transizione ecologica il profilo ideale sembra Enrico Giovannini, ma prende quota Catia Bastioli, ex presidente di Terna. Antonella Polimeni, rettrice della Sapienza se la gioca all’Istruzione con Patrizio Bianchi e alla Salute con il preside della facoltà di Medicina della Cattolica, Rocco Bellantone.
Infine, la papabile per le Pari opportunità è Linda Laura Sabbadini dell’Istat. –
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