Dopo il caso piscina don Luciano lascia la sua parrocchia

«Un periodo di pausa fino a quando non sarà tutto chiarito.» I fedeli scrivono una lettera: «Torna, resti un riferimento»

UDINE. Don Luciano Segatto ha lasciato la parrocchia di Santa Maria Assunta, dove è collaboratore pastorale. Il presidente della Fondazione Tomadini «ha deciso di prendersi un periodo di pausa – come spiega don Francesco Saccavini, titolare della Chiesa di via Cadore –, fino a quando la vicenda della piscina non sarà risolta definitivamente».

«La parrocchia – spiega Saccavini – è frequentata da genitori e bambini dell’Unione Nuoto Friuli e don Segatto, per una questione di correttezza e di compatibilità con il suo ruolo al Tomadini, ha deciso di stoppare la collaborazione preferendo lasciare il posto ad altre persone».

Domenica, quindi, don Segatto non ha celebrato la messa, come è ormai consuetudine da sette anni, sostituito da un salesiano. A giorni, dopo un incontro con l’arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato, sarà deciso il nome del sostituto.

La notizia ha colto di sorpresa i fedeli che in una lettera inviata al nostro quotidiano si dicono allibiti «per gli attacchi personali indirizzati al parroco» e lo invitano a tornare al più breve sui suoi passi.

«Lo stimiamo per l’integrità morale con cui amministra le cose del mondo – scrive una rappresentanza della comunità di Santa Maria Assunta –. Ci consideriamo la sua famiglia e gli siamo vicini».

Un nuovo colpo di scena quindi nella vicenda legata alla piscina Tomadini. Nei giorni scorsi in redazione era giunta una lettera, pubblicata nella posta dei lettori, a firma di Giuliana Masolini, nonna di una bimba di 7 anni che da circa un anno pratica nuoto pre-agonistico nella piscina di villa Primavera.

«Una cosa mi esce dal cuore – ha scritto –. La frase di don Luciano Segatto “è un piacere pagare le tasse” non mi è piaciuta. Le tasse che tutti paghiamo voglio ricordare servono a pagare la scuola, la sanità, l’istruzione e anche a sostenere le associazioni sportive, culturali eccetera. I preti proprietari che bisogno hanno di guadagnare? Ascoltino papa Francesco, guardino all’esempio di don Di Piazza, don Gallo e altri, mettano da parte gli interessi economici e pensino al futuro dei nostri giovani».

La missiva è stata letta “con forte disappunto” da don Francesco Saccavini che ha deciso di intervenire in difesa del parroco. «L’ho visto scosso dalla vicenda – dichiara – che lascia tutti con l’amaro in bocca. Le esposizioni mediatiche si pagano sempre, soprattutto se durano troppo tempo. E purtroppo don Segatto si è trovato in difficoltà in questa doppia veste di parroco, da una parte, e di amministratore della Fondazione, dall’altra, che ai più è sembrata simile a quella di un manager».

«Vi posso dire – continua – che da quando lo conosco ho riscontrato in lui integrità etica, il disincanto condiviso della ragione, l’ironia pungente, la chiarezza espositiva, l’assenza di maschere, la passione per il servizio istituzionale gratuito come amministratore del Tomadini e quello a Santa Maria Assunta. Stimo don Luciano Segatto servitore del Tomadini (e dunque dello Stato) e di Santa Maria Assunta. La sua scrittura “… è un dovere pagare le tasse” non ammette scorciatoie e furbi fraintendimenti».

Sulla questione intervengono anche molti fedeli. «Le sue omelie – scrivono – colpiscono noi laici per la chiarezza espositiva e per la profondità dei concetti; offrono sempre spunti di riflessione e ci esortano a vivere quotidianamente con onestà e impegno i nostri doveri di cittadini. Grazie alla sua capacità di entrare in comunicazione con i bambini e di stimolarli, nelle liturgie domenicali vi è un’ampia partecipazione degli stessi e dei loro genitori. Siamo, perciò, rimasti allibiti dalle accuse e dagli attacchi personali rivolti contro don Luciano di cui conosciamo e apprezziamo la coerenza etica con cui svolge la sua missione pastorale con gli adulti, i bambini ed i giovani».

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