Don Modolo nega la sala parrocchiale agli indipendentisti

CANEVA. Il parroco di Caneva ha “sfrattato” il Comitato di liberazione nazionale veneto: dalla sala parrocchiale in via Roma che era stata prenotata dagli indipendentisti della Serenissima. È saltata la serata informativa in agenda il 19 aprile.
Dietrofront sull’affitto: è arrivato ieri sera dalla parrocchia dopo un ciclone di polemiche che era partito nei gruppi Facebook sulla natura apolitica dell’oratorio. Niente da fare per il Clnv che reclama l’indipendenza dallo Stato. “Pace e libertà – ha detto Giancarlo Borsoi del Clnv di San Vendemiano – ai veneti».
Il parroco. «Si rende noto che la sala parrocchiale è stata prenotata con riserva in attesa di integrazione descrittiva dell’attività». È questo il comunicato che don Luca Modolo ha pubblicato, ieri sera, nei gruppi Facebook. «Sinora la persona richiedente non ha fornito dati relativi alla riunione – ha continuato –, come è obbligatorio. Appreso il contenuto dell’incontro da altre fonti e verificata con il richiedente la veridicità dell’iniziativa pubblicizzata, la sala non è concessa a motivo del contrasto tra l’iniziativa e i luoghi ecclesiali». Gli indipendentisti veneti si rivolgeranno al Comune per chiedere spazi pubblici?
Il sindaco. «Il Comune di Caneva non è coinvolto nell’organizzazione della serata del Clnv». Il sindaco Andra Gava ha chiarito la posizione “super partes” dell’ente locale. «Non spetta quindi al Comune intervenire in una questione simile – ha aggiunto Gava –. Non credo possa sussistere un rischio: dovrebbe trattarsi di una serata informativa, come altre realizzate, nei limiti del dibattito democratico. Ma non entriamo nel merito».
Gli indipendentisti veneti reclamano la libertà dalle leggi nazionali e hanno l’obiettivo di informare a vasto raggio i cittadini dell’antica repubblica Serenissima: Caneva e Sacile compresi.
La polemica. «È incredibile che qualcuno abbia concesso una stanza dell’oratorio – E.C. ha acceso la miccia delle polemiche ieri sui social -network – per questa vergogna». Opinioni diverse a Caneva. «Siamo in democrazia – sottolinea l’ambientalista Vittorio Mella –. Ogni cittadino ha diritto di esprimere le proprie idee: mi meraviglio dell’atteggiamento della Chiesa. Accoglie i profughi senza lavoro ma non vuole concedere in affitto per due ore serali la sala a tre veneti? Che cosa teme?». Libertà fino a un certo punto. «Non si tratta di libertà di parola – ha aggiunto E.C. –. Com’è possibile ospitare in oratorio un’associazione con esponenti indagati».
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