Docufilm sul caso Pocesta «Dovete indagare in Italia»

Una tv on line in Macedonia ha rilanciato le dichiarazioni di un complice di Blerta «Lei è stata condannata all’ergastolo, ma la pista da seguire parte da Torino»
Chiara Benotti

sacile

Nell’anniversario della strage della famiglia Pocesta, a Sacile si continua a discutere dopo tre anni e sui media macedoni la ricostruzione del caso ha portato a galla nuovi particolari sul triplice omicidio, due mesi fa.



Particolari e polemiche sulla condanna all’ergastolo della figlia maggiore Blerta Pocesta per avere ucciso i genitori Amid, e Nazmije con la sorellina Anila a Debar in Macedonia nel 2018. La tv macedone on line Kod ha dedicato un docufilm al caso Pocesta alimentando dubbi e ipotesi: il video su Youtube ha un record di contatti. Ivy podcast discovery ha mandato in onda, a puntate, l’“episodio Blerta Pocesta” sei mesi fa e corrono voci di un film in cantiere sulla vicenda. Quella che ha scosso le coscienze di tanti sacilesi: vicini di casa della famiglia Pocesta a Cornadella, insegnanti e amici di Blerta all’Isis Marchesini e la comunità macedone in città, tutti ancora increduli e attoniti.

Nel docufilm di Kod è stato Ferdi Gashi a sollecitare nuove indagini sulla “pista italiana”, dal carcere dove è rinchiuso per essere stato complice di Blerta. «A Torino per trovare la verità». Gashi ha lanciato l’appello per indagare in Italia e l’inchiesta del magazine tv Kod sul caso Pocesta ha riacceso le discussioni a Sacile. Nella comunità macedone due amici di famiglia scommettono su una regia allargata del triplice omicidio. Opinioni a ruota libera che non hanno peso: la giustizia macedone ha condannato Blerta come pluriomicida dei genitori e della sorellina quattordicenne.



«Blerta Pocesta ha 30 anni – indica l’inchiesta Kod –, è l’unica donna in Macedonia condannata al carcere a vita: il tribunale ha dichiarato colpevole di aver ucciso i genitori e la sorella minore. Ricostruiamo il triplo omicidio progettato in Italia e commesso a Debar»

Gashi sostiene nell’intervista on line di aver rivenduto a Blerta nel 2018 una vecchia pistola che non sparava. «Le vittime sono state uccise con un altro modello di pistola – rilancia il detenuto –. La pista è in Italia, dove le indagini non sono continuate».

Il docufilm proietta una nuova luce sul caso Pocesta: nel 2018 Amid Pocesta (55 anni, operaio), la moglie Nazmije (53, addetta alle pulizie) con la figlia Anila (iscritta all’Isis Marchesini) residenti da decenni a Sacile sono stati uccisi di notte a colpi di pistola, nella loro casa a Debar, in Macedonia.



Una coppia di macedoni immigrati per lavoro a Sacile erano amici della coppia massacrata. «Non possiamo ancora credere a questa tragedia». La comunità dei macedoni lo dice chiaro che i dubbi sul triplice omicidio non sono stati risolti con la sentenza della Corte d’assise. «Il movente della strage di famiglia – ricorda a Sacile un macedone – secondo il tribunale è stato il premio dell’assicurazione sulla vita di Amid. Non c’è stato il test della paraffina per Blerta e le impronte rilevate non corrispondono alle sue scarpe».

Ancora increduli a Sacile anche alcuni ex insegnanti di Blerta, non hanno dimenticato quella studentessa modello del Marchesini. «Per quanto Blerta possa essere cambiata a dieci anni dal diploma non ci crediamo – si sfoga un docente di matematica –. Era una studentessa molto impegnata nello studio, serena e semplice con tutti. Abbiamo conosciuto Blerta come una ragazza brava e seria: possibile che si sia trasformata in un killer?» . —



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