Disputa sul centro Glorialanza tra azienda sanitaria e Comune

Quindici anni di esperienza nel quartiere, di collaborazioni, di relazioni, che rischiano di essere vanificate. A fine gennaio è scattato il trasloco coatto per il Circolo delle idee, il centro di socializzazione del Dipartimento di Salute Mentale dell’AsFo, che era ospitato nel centro Glorialanza di Villanova a fronte di un affitto che doveva essere versato dall’azienda sanitaria. Il contratto però si è interrotto e su questo caso la consigliera Antonella Del Ben (Pd) ha predisposto un’interrogazione in Comune per capire quale sia stata la ragione. Il progetto sociale – gestito nel tempo dalle cooperative sociali Itaca, Fai e Acli – ha dovuto trovare una nuova sistemazione provvisoria.
Il circolo è «un servizio con finalità riabilitative semplici, rivolto ad utenza psichiatrica, con un’importante valenza educativa e di supporto alle abilità relazionali e di costruzione di autonomie, finalizzato a promuovere e sostenere l’incontro con l’altro e la società» scrive Del Ben nell’interrogazione. L’ubicazione nel Centro sociale Glorialanza, nel quartiere di Villanova, ha consentito un buon livello di integrazione e contaminazione con il tessuto comunitario locale, la possibilità di scambi e la nascita di nuove relazioni, con associazioni, gruppi non strutturati e cittadini. Il percorso costruito in quasi 15 anni nel quartiere ha permesso agli utenti di ridurre al minimo i bisogni assistenziali e di cura, trovando nel Circolo delle idee un riferimento fondamentale, inserendosi nelle attività e nelle realtà associazionistiche del quartiere e diventando risorsa stessa per la comunità». Aggiunge Del Ben: «Da presidente di circoscrizione ho conosciuto bene il progetto. Ho visto una persona arrivare che non parlava nemmeno e diventare poi protagonista di uno spettacolo teatrale, solo per fare un esempio. I frequentatori del diurno servivano alla festa in piassa, erano coinvolti nel tessuto del quartiere. Questa brusca interruzione è grave. Tanto di più perchè il rapporto tra due istituzioni, Comune e Azienda sanitaria, dovrebbe essere regolato nel segno della collaborazione».
Non è per altro la prima volta che si creano tensioni di questo tipo. Caso eccellente, al contrario, si è verificato a Villa Carinzia, dove l’Azienda sanitaria ha sfrattato alcune associazioni e il Comune è stato costretto a trovare una collocazione. Il tema è stato portato all’attenzione dell’assessore regionale Riccardi da un’interrogazione del consigliere Nicola Conficoni. Riccardi, facendo riferimento alla relazione predisposta dall’AsFo, ha spiegato che «già dal 2019 le associazioni non occupavano più i locali perché i vigili del fuoco, nel 2018, avevano certificato l’inagibilità delle strutture». Ma Conficoni ha replicato: «I sodalizi hanno trovato una nuova casa grazie all’impegno del Comune di Pordenone, ma le modalità con cui sono state sfrattate non sono giustificabili. Capisco l’esigenza di razionalizzare i costi dell’AsFo, però credo che il direttore generale avrebbe dovuto convocarle. Nella lettera mandata loro non si parla di inagibilità, bensì dell’esigenza di trasferire la struttura di formazione dell’azienda sanitaria». —
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