Discariche abusive, chiesti soldi a Trieste

Porcia: il Comune pronto a utilizzare i fondi regionali per la bonifica delle aree Le zone, già segnalate dallAss6 e dall’Arpa, sono vicine a molte abitazioni

PORCIA. Due domande di contributo alla Regione sono state inoltrate dall’esecutivo purliliese per gli interventi sulle discariche abusive di inerti industriali nelle vie Rustighel e Sant’Angelo. Il Comune ha chiesto a Trieste un totale di 526.285 euro, ripartiti in 495,710 destinati a coprire le spese relative alla bonifica del primo sito e 30.574 per i costi di caratterizzazione del secondo. La presenza di residui inquinanti nei terreni in questione è stata confermata già da tempo dalle analisi effettuate dall’Arpa e dall’Ass6: le aree, sulle quali insistono abitazioni private, risultano contaminate da rifiuti interrati presumibilmente negli anni Sessanta e Settanta. Il municipio, chiamato per legge a eseguire il ripristino della salubrità sulle zone, demanda dunque alla Regione il compito di reperire i fondi necessari, dopo che i residenti hanno rifiutato di accollarsi l’onere della bonifica.

La vicenda della discarica di via Rustighel risale al 2006, quando l’Arpa, chiamata a verificare le condizioni del sito, l’ha dichiarato contaminato. L’anno successivo la giunta purliliese ha approvato il piano di caratterizzazione dello stesso, ovvero lo studio preliminare che consente di stabilire il grado di inquinamento del terreno e, di conseguenza, l’intervento di bonifica più opportuno.

Nell’area nei pressi del rio Brentella sono stati interrati dei rifiuti industriali e, proprio a causa della presenza di questo materiale pericoloso – che non è direttamente visibile, ma coperto da uno spessore di terreno sul quale è cresciuta l’erba – gli attuali proprietari non possono procedere a nuove edificazioni e sono impossibilitati a utilizzare le acque superficiali. Dai rilievi condotti nell’ambito del piano di caratterizzazione eseguito dal Comune di Porcia è risultata inquinata una zona di alcune migliaia di metri quadri, che oggi insiste su sei proprietà private più un tratto di demanio regionale. Qui, secondo Municipio e Provincia, nel corso degli anni Sessanta le industrie Zanussi avrebbero scaricato, con l’avvallo dei proprietari, rifiuti industriali per un volume tra i 16 e i 18 mila metri cubi. Le eventuali responsabilità di Electrolux, che ha assorbito Zanussi, sono però ancora da accertare, dunque nel frattempo è il Comune di Porcia a preoccuparsi del risanamento, una questione di salute pubblica.

In via San’Angelo, invece, l’area interessata dalla contaminazione – nota sin dal 2008 grazie alla segnalazione dei privati che la possiedono – comprende il fossato interpoderale tra le proprietà Presot e Zaina, il laghetto limitrofo e il fossato di via San Cristoforo. In questo caso, l’iter per la bonifica è partito nel 2009, quando la giunta con una delibera si è assunta il compito di provvedere al ripristino dei luoghi.

Miroslava Pasquali

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