Diagnosi della Sla: due apparecchiature in dono all’ospedale

Consegnate ieri al reparto di Neurologia da Aisla e Asla Un passo avanti nella lotta alle malattie neurodegenerative

Due moderne apparecchiature dedicate alla diagnosi della Sla e di altre patologie neurodegenerative sono state donate ieri, dalla sezione regionale dell’Aisla (Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica) e dalla sezione di Pordenone dell’Asla (Associazione sclerosi laterale amiotrofica) al reparto di Neurologia dell’ospedale Santa Maria degli Angeli. «Un ringraziamento sentito – ha affermato Paolo Bordon, direttore generale dell’ospedale – va rivolto alle due associazioni che generosamente hanno voluto realizzare un’iniziativa molto importante, in grado di aiutare i malati colpiti da queste patologie». I due macchinari consegnati da Laura Largajolli Toffolutti, presidente regionale Aisla, e da Michele Roveredo, rappresentante dell’Asla Pordenone, sono stati affidati al dottor Paolo Passadore, direttore di Neurologia, e alla sua équipe.

Si tratta di un elettromiografo (dell’importo di 41.480 euro) e di uno stimolatore magnetico (del valore di 12.200 euro). «La nuova dotazione sarà utilizzata – ha sottolineato Passadore – soprattutto per la diagnostica neurofisiologica contro le malattie del motoneurone che interessano 2,16 nuovi casi per anno ogni 100 mila abitanti con circa 18 casi attualmente seguiti in provincia di Pordenone (100 circa in regione)». La Sla si manifesta intorno ai 65 anni, ma può esordire in alcuni casi anche in età giovanile. Fondamentale la diagnosi precoce che permette l’utilizzo di alcuni farmaci, anche se al momento il suo decorso ha possibilità terapeutiche limitate. In questa direzione, l’elettromiografo offre la possibilità di analizzare le alterazioni dell’unità motoria mediante un ago elettrodo, di verificare le alterazioni delle conduzioni sensitive e motorie dei tronchi nervosi, di analizzare la velocità di conduzione midollare. Lo stimolatore magnetico transcranico prevede una stimolazione elettromagnetica non invasiva del tessuto cerebrale permettendo di studiare il funzionamento dei circuiti motori cerebrali e del midollo spinale. «Questa generosa iniziativa – ha proseguito Passadore – segna una nuova tappa nel percorso di collaborazione tra le associazioni, il reparto di Neurologia e quindi l’azienda territoriale, già avviato con la partecipazione alla stesura del “Modello organizzativo per la diagnosi, cura e assistenza dei pazienti con sclerosi laterale amiotrofica”».

«Le nuove attrezzature serviranno – come ha spiegato Roveredo – a migliorare il servizio reso nel Pordenonese. Un segnale importante per i nostri malati pur tenendo sempre attiva la rete di collaborazione con gli altri centri dedicati alle patologie neurovegetative».

Paola Dalle Molle

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