Danneggiate altre arnie, apicoltori preoccupati: «Temiamo ritorsioni»

UDINE. Una famiglia cancellata del tutto e altre sei gravemente danneggiate per un totale di circa 150 mila api morte. È il bilancio della recente devastazione perpetrata ai danni di un apicoltore di Talmassons cui lo scorso 10 marzo sono state ribaltate sette arnie.
A tirarlo però non è la vittima dell’atto vandalico bensì il presidente del consorzio apicoltori friulani, Luigi Capponi: «Sporgerò personalmente denuncia e provvederò, sentito il collega, a rifonderlo del danno subito così che possa ripartire subito con l’attività», ha fatto sapere ieri esponendosi in prima persona, pronto a fare se necessario le veci di chi, in questo momento, preferisce restare nell’ombra, «perché teme ritorsioni».
Questo il clima che si respira gli addetti ai lavori, tanto attenti all’evolversi delle indagini condotte dalla Procura di Udine sulla moria di api quanto preoccupati per la possibilità di nuove ritorsioni. «L’episodio di Talmassons è infatti il terzo di questo genere – ricorda Capponi –, il primo risale alla scorsa estate». Il presidente non nasconde la propria preoccupazione.
«Ci vuole un tavolo di concertazione promosso dalla Regione, che coinvolga Ersa e che crei la condizioni affinché apicoltori e agricoltori tornino a parlarsi. La settimana prossima intanto ci incontreremo tra presidenti dei consorzi provinciali», dice Capponi salutando con favore il tentativo di mediazione tra le parti proposto dal consigliere regionale della Lega, Leonardo Barberio.
La preoccupazione è alta e ogni passo computo nel segno di non esacerbare la situazione, ma anzi ricondurla alla normalità, è ben accolto. «Siamo scossi – confessa il presidente –. Immagini lei cosa significa vivere con il timore che qualcuno entri in casa tua».
Non ci vuole nulla per danneggiare l’attività di chi si dedica alle api. «Basta passare correndo di fianco a un’arnia per farla cadere e sfuggire alle api senza alcuna conseguenza», racconta Capponi che viceversa denuncia la gravità del danno subito dagli apicoltori. Come nel caso di Talmassons dove ne sono morte 150 mila. «Ognuna di quelle api è un chilo di frutta in meno», ricorda mesto il presidente degli apicoltori friulani che pur convinto dalla necessità di non esacerbare gli animi, in linea con la posizione assunta dalla Procura che ha infatti temporaneamente “spento i microfoni” sull’inchiesta, E non intende arretrare d’un passo.
In attesa che la magistratura faccia luce su quanto accaduto nei campi, il presidente volge ancora una volta lo sguardo all’apicoltore vittima delle ultime ritorsioni: «Domani mattina (oggi) intendo attivarmi così che possa essere rifuso del danno subito grazie al fondo che abbiamo costituito in seno al consorzio».
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