Dalla Nazionale alla scuola Meret para anche gli esami

«Per questa maturità ero un po’ teso, per la Nazionale, invece, ero emozionato». Due stati d’animo completamente differenti e non certo paragonabili, sta di fatto che il portiere del futuro, Alex Meret, studente del liceo scientifico all’istituto Volta, a distanza di poche settimane, ha affrontato e sta vivendo due prove fondamentali, probabilmente gli scogli più importanti della sua vita.
Il baby portiere bianconero, 19 anni, convocato nelle scorse settimane da Conte come riserva degli azzurri, mercoledì, assieme ai compagni, ha iniziato gli esami di Stato e ieri, nella giornata della seconda prova – che ha visto gli studenti dello scientifico impegnarsi a risolvere problemi e quesiti di matematica – ha confessato che questi esami, tutto sommato, li sta vivendo con tranquillità e senza troppa ansia.
«Sono cominciati bene, ero sereno per la prima prova – racconta la giovane promessa del calcio, che comunque confessa di non aver resistito a dare qualche sbirciatina, il giorno precedente, alle possibili tracce dei temi – e penso sia andata bene. Oggi (ieri, ndr), con la matematica, un pò meno».
Timido, di poche parole e desideroso di “fuggire” da scuola, Alex – zainetto sulle spalle e cellulare in mano – racconta di aver scelto la prima traccia per la prova d’italiano, quella su Umberto Eco, nonostante non se l’aspettasse. «Mi ha spiazzato, perché è un autore che non si studia in classe, ma ho comunque deciso di provarci perché mi sentivo più preparato sull’analisi del testo – sono le parole di Alex Meret –. La “seconda” notte prima degli esami è andata: ho ripassato un po’, quello che potevo, e guardato la partita dell’Italia. Adesso mi preparo per la terza prova, lunedì e poi l’orale, il 1º luglio».
Quello di ieri, comunque, era il compito più difficile, aggiunge il calciatore, che annota di essere però più in ansia per l’orale, quando davanti alla commissione sarà interrogato e discuterà la tesina sul calcio, con collegamenti in storia, arte, italiano, scienze, inglese.
Alex, che spera in un dignitoso 70 come voto di diploma, non nasconde che l’ultimo anno riuscire a conciliare scuola e sport sia stato piuttosto complicato. «Giocando in prima squadra è stato difficile, perché potevo frequentare poco le lezioni, praticamente tre volte alla settimana – sottolinea –. È stata dura, ma voglio portare a termine questo percorso e sto facendo del mio meglio per riuscirci».
Anche perché, chiusa la “parentesi” estiva sui libri, si torna sul pallone, la vera passione e, al momento, il suo futuro. «Non ho le idee chiare per quanto riguarda l’università: ora mi dedico al pallone pensando alla mia carriera calcistica», conclude Meret, con la speranza nel cuore, passati gli esami, di raggiungere a realizzare il sogno più grande: quello di diventare un campione tra i pali. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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