Dalla Carnia per vendere i rami di vischio
TOLMEZZO. Ritorna in questo periodo natalizio a farsi sentire l’eco delle gesta dei druidi celtici in Carnia. Chi passa sulla statale 52 Carnica, all’altezza della circonvallazione della città tolmezzina, trova in questo periodo piccoli gruppi di persone che propongono il vischio. Un ricordo dei tempi antichi quando prima dell’era romana in queste valli governavano i Galli Carni. I loro sacerdoti, i druidi, muniti di un falcetto d’oro, vestiti di bianco, scalzi e digiuni, si arrampicavano sugli alberi per prendere i cespugli di vischio, conosciuto con il nome di “oloaiacet” che aveva proprietà divine. Oggi il motivo di questo commercio è più prosaico, a volte i venditori, giovani, per lo più studenti, ricavano da questa vendita soldi da spendere durante le vacanze natalizie o per fare qualche regalo. «Una tradizione – dichiarano alcuni – che si tramanda da sempre, ma di cui onestamente non conosciamo l’origine». Il vischio anche ai nostri giorni viene utilizzato per le sue proprietà magiche. È usanza per gli innamorati baciarsi, il primo giorno dell’anno, sotto una pianta di vischio, pianta associata alla dea Freya, protettrice dell’amore, appesa sopra l’uscio di casa. Gli antichi Druidi attribuivano grandi proprietà al vischio, pianta aerea, senza radici che vive attaccata al tronco di altri alberi, era considerata manifestazione degli dei che vivono in cielo. Per loro scendere a terra significava perdere i loro preziosi poteri. La pianta, se usata appropriatamente, aveva effetti curativi e miracolosi, altrimenti poteva essere velenosa.
Solitamente veniva raccolta di notte, al bagliore della luna, tanto che il vischio è definito pure “pianta della Luna”, per le sue bacche bianche e lattiginose. Il fatto che dopo aver staccato il ramo dove si è annidato il vischio, si usi schiacciare sul tronco dell’albero una bacca, in maniera che la pianta ricresca negli anni a seguire, gli dava il fascino di immortalità. Il vischio è stato reso immortale anche dal poeta Virgilio, che racconta coma la Sibilla cumana avesse chiesto a Enea di trovare “un ramo d’oro”, necessario per calmare gli dei degli inferi durante la sua discesa negli inferi. Oggi portarsi a casa un po’ di felicità e sognare che tutte le proprietà miracolose del vischio possano essere efficaci costa poco: i giovani vendono i cespugli di vischio, raccolti nelle pinete del monte Amariana o nei boschi delle valli carniche, per 5 o 10 euro.
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