Dalla Carnia alla tv: ecco Cortiula, star sulle orme di Cosetti

Tolmezzo, parla il cuoco che sta spopolando dalla Clerici Ora in febbraio sarà testimonial del Friuli alla Bit di Milano

TOLMEZZO

Lo chef carnico Daniele Cortiula si racconta dopo l’ascesa, con Vilma Puntel, a “la Prova del cuoco” su Rai 1, dove sfideranno il 2 febbraio la Calabria. Se vinceranno, andranno in finale.

Lo incontriamo al “Teatro” di Tolmezzo, dove lavora. È pacato come sempre, soddisfatto, ma subito pronto a ridimensionare le definizioni entusiaste che tanti gli danno nel complimentarsi con lui. Intanto, però, la Regione lo ha chiamato come testimonial del Fvg alla Bit (Borsa Internazionale del Turismo) a Milano e Daniele è stato protagonista di un servizio fotografico a Tolmezzo con Miss Italia nel mondo 2000 per il progetto “Il Friuli Venezia Giulia a tutto tondo” dell’associazione culturale “Femines furlanes fuartes”: il 22 febbraio sarà presentata a palazzo Chigi la Carnia.

Ma lui rimane la persona semplice di sempre e quando gli chiedi com’è iniziata la sua passione per la cucina, ti risponde con sincerità: «Io ho intrapreso questa strada per sbaglio, solo che poi è diventata la mia passione. Non avevo molta voglia di studiare. Ho scelto il biennio alla scuola alberghiera di Aviano. Si faceva moltissima pratica (non solo 2-3 ore la settimana). Ho avuto insegnanti in gamba e sono molto grato a questo tipo di formazione. La passione mi è venuta lì, grazie anche a stage in alberghi come il Cipriani di Venezia». Gli chiediamo se consiglia ai ragazzi di intraprendere oggi la sua strada. Ci pensa un attimo: gli orari e i ritmi imposti dalla professione - osserva - spesso sacrificano un po’ affetti e amicizie: «Io ero a Milano quando mia figlia è nata. Appena mi sono liberato, sono corso a casa, ma in quel momento non c’ero. E questo ti pesa. Fai l’equilibrista nel cercare di trovare gli spazi giusti, ma non sempre ci riesci. Se hai la passione per la cucina, se ti piace il contatto con la gente, se vuoi crescere a 360° e hai spirito di sacrificio, è un lavoro che dà soddisfazioni».

Daniele a 14 anni perde il padre e dopo la scuola torna in Carnia per star vicino alla famiglia. A 16 anni inizia a lavorare al Roma. «Gianni Cosetti è stato per me - racconta - quasi una figura paterna, mi ha subito dato fiducia. Ricordo quando portava Giorgio Cattarinussi, Massimiliano Craighero e me da Parigi a Monaco e a Milano a riunioni di ristoratori o a presentazioni di cantine. E noi tre anche in vacanza giravamo i ristoranti e tornavamo a casa con i menù per studiarli. A 20 anni ci ha messo a tavola con un guru della cucina come Gualtiero Marchesi. E ricordo il giro per Parigi in Diane con Gianni e Luigi Veronelli». Poi arrivano il Kursaal di Sauris, La Miniera di Invillino e il Cison di Amaro.

Tanja Ariis

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