Dal latino al friulano: ecco le prove a Tricesimo

TRICESIMO. Testi che documentano il passaggio dal latino al friulano: sono i primi indizi della traduzione da una lingua all’altra. Documenti assolutamente importanti: di simili risultano esserci soltanto a Gemona e Cividale. Sono alcune delle preziosità dell’archivio storico della Pieve “Santa Maria della Purificazione” di Tricesimo che conta qualcosa come 6 mila volumi. Lo riferisce Giovanni Della Pietra, archivista volontario anche per quel che riguarda l’archivio storico comunale. Conosciutissimo per l’impegno nel volontariato e per il suo passato da geometra comunale, tanto che, per molti, è ancora “Geo”.
E, così, “Geo” cita anche i materiali degli archivi storici del Consorzio acquedotto Cornappo e dell’Ente comunale di assistenza ed ente opere assistenziali. Ricordando poi che nel sito della Parrocchia e del Comune ci sarà una finestra che riguarderà l’archivio, pronta per l’inizio del 2014.
«Gli archivi storici di Tricesimo – evidenzia, dunque, Della Pietra - custodiscono la memoria del territorio, le vicende della popolazione locale, e sono uno strumento di studio e ricerca per coloro che intendono approfondire il modo di vita del passato, interpretare gli avvenimenti accaduti alla luce di atti testimoniali, conoscere i legami e le controversie tra le istituzioni ecclesiastiche e civili che ressero il territorio e, al riguardo, fanno notizia i fatti del periodo patriarchino».
La mole di lavoro di inventariazione, riordino e schedatura degli archivi, sottolinea ancora “Geo”, «è stata completata nel 2009 a cura delle dottoresse Luisa Villotta, Gabriella Cruciatti e Maura Cragnolini: a loro va il merito di avere provveduto a una fascicolazione completa e puntuale della storia locale. Ulteriori informazioni sono disponibili sui siti telematici».
Quanto alle cifre, «complessivamente ci sono 5-6.000 volumi per la Parrocchia, un po’ meno per il Comune; poi un archivio del Comune c’è anche in quello parrocchiale e riguarda il periodo in cui questi enti avevano un’entità minima».
Così, illustrando i contenuti dell’archivio storico plebanale, Della Pietra evidenzia i titoli di maggior interesse: libri canonici (contengono l’anagrafe ecclesiastica dal 1566), registri civili (riportano l’anagrafe imposta dall’Austria, nei territori del Lombardo-Veneto, dal 1815 al 1866), documenti storici (raccolta di Giorgio Della Martina 1234–1595), libro Catapan (raccolta atti notarili 1534–1595), Camerarie delle chiese minori, fabbricerie, confraternite, archivio aggregato del Comune di Tricesimo e famiglia Sanfelice.
Mentre, nell’archivio storico comunale è custodita la documentazione strutturata razionalmente; dai primi anni del XIX secolo gli atti sono classificati in deliberazioni di consiglio, giunta, podestà; atti amministrativi; fascicoli separati, atti contabili. Invece, per le strutture archiviali del Cornappo e dell’Eca le titolazioni sono individuabili nell’inventario aggregato dei rispettivi enti. Alcuni materiali che riguardano Tricesimo - ricorda, infine, Della Pietra - «si trovano nella biblioteca comunale di Udine perché Joppi, per consultarli, prese alcuni libretti che erano in deposito nell’archivio».
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