Dal latino al friulano: ecco le prove a Tricesimo

Nei 6 mila volumi dell’archivio storico della Pieve la trasformazione della lingua. Giovanni Della Pietra: «Una fonte preziosa per lo studio e la ricerca sul passato»
Tricesimo 02 Novembre 2013 archivio parrocchiale Telefoto Copyright Petrussi TURCO
Tricesimo 02 Novembre 2013 archivio parrocchiale Telefoto Copyright Petrussi TURCO

TRICESIMO. Testi che documentano il passaggio dal latino al friulano: sono i primi indizi della traduzione da una lingua all’altra. Documenti assolutamente importanti: di simili risultano esserci soltanto a Gemona e Cividale. Sono alcune delle preziosità dell’archivio storico della Pieve “Santa Maria della Purificazione” di Tricesimo che conta qualcosa come 6 mila volumi. Lo riferisce Giovanni Della Pietra, archivista volontario anche per quel che riguarda l’archivio storico comunale. Conosciutissimo per l’impegno nel volontariato e per il suo passato da geometra comunale, tanto che, per molti, è ancora “Geo”.

E, così, “Geo” cita anche i materiali degli archivi storici del Consorzio acquedotto Cornappo e dell’Ente comunale di assistenza ed ente opere assistenziali. Ricordando poi che nel sito della Parrocchia e del Comune ci sarà una finestra che riguarderà l’archivio, pronta per l’inizio del 2014.

«Gli archivi storici di Tricesimo – evidenzia, dunque, Della Pietra - custodiscono la memoria del territorio, le vicende della popolazione locale, e sono uno strumento di studio e ricerca per coloro che intendono approfondire il modo di vita del passato, interpretare gli avvenimenti accaduti alla luce di atti testimoniali, conoscere i legami e le controversie tra le istituzioni ecclesiastiche e civili che ressero il territorio e, al riguardo, fanno notizia i fatti del periodo patriarchino».

La mole di lavoro di inventariazione, riordino e schedatura degli archivi, sottolinea ancora “Geo”, «è stata completata nel 2009 a cura delle dottoresse Luisa Villotta, Gabriella Cruciatti e Maura Cragnolini: a loro va il merito di avere provveduto a una fascicolazione completa e puntuale della storia locale. Ulteriori informazioni sono disponibili sui siti telematici».

Quanto alle cifre, «complessivamente ci sono 5-6.000 volumi per la Parrocchia, un po’ meno per il Comune; poi un archivio del Comune c’è anche in quello parrocchiale e riguarda il periodo in cui questi enti avevano un’entità minima».

Così, illustrando i contenuti dell’archivio storico plebanale, Della Pietra evidenzia i titoli di maggior interesse: libri canonici (contengono l’anagrafe ecclesiastica dal 1566), registri civili (riportano l’anagrafe imposta dall’Austria, nei territori del Lombardo-Veneto, dal 1815 al 1866), documenti storici (raccolta di Giorgio Della Martina 1234–1595), libro Catapan (raccolta atti notarili 1534–1595), Camerarie delle chiese minori, fabbricerie, confraternite, archivio aggregato del Comune di Tricesimo e famiglia Sanfelice.

Mentre, nell’archivio storico comunale è custodita la documentazione strutturata razionalmente; dai primi anni del XIX secolo gli atti sono classificati in deliberazioni di consiglio, giunta, podestà; atti amministrativi; fascicoli separati, atti contabili. Invece, per le strutture archiviali del Cornappo e dell’Eca le titolazioni sono individuabili nell’inventario aggregato dei rispettivi enti. Alcuni materiali che riguardano Tricesimo - ricorda, infine, Della Pietra - «si trovano nella biblioteca comunale di Udine perché Joppi, per consultarli, prese alcuni libretti che erano in deposito nell’archivio».

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