«Dal depuratore acqua sporca nel rio, così ho chiamato il 112»

Il racconto di un agricoltore: i liquami finiscono nel Livenza. Sotto accusa il depuratore di Fiaschetti. «Non funziona»

SACILE. Acqua sporca nel rio Silliga: Eugenio Bravin che coltiva i campi intorno alla sponde ha chiamato il 112. «Il rio Silliga è inquinato da liquame nerastro e puzzolente – ha raccontato Bravin –. La ragione evidente è lo scolo delle acque che defluiscono dal depuratore di Fiaschetti, che poi finiscono nel Livenza a Sacile»

Il confine territoriale è quello tra i comuni di Caneva e Sacile, ma le acque “sporche” finiscono nel fiume che attraversa il Giardino della Serenissima. «Il canale di scolo che attraversa le terre di Bravin ha un liquame nerastro e nauseabondo che parte dal vicino depuratore in via Sacile, dietro all’ex latteria di Fiaschetti – sul posto è intervenuto l’ambientalista Vittorio Mella –. Attraverso un sistema di condotte, l’acqua si riversa nell’ultimo tratto del canale e poi da lì prosegue dritto nel Livenza.

Da alcuni giorni Bravin ha notato che volumi importanti di liquame si sono riversati nel canale». Ieri, il colore dell’acqua era più limpido: durerà?

«È una situazione insostenibile per i raccolti sulle mie proprietà che rischiano di essere inquinate da chissà quali intrugli – ha detto Bravin –. Per questo ho lanciato l’appello e ho anche segnalato il problema alle forze dell’ordine.

L’inquinamento non riguarda soltanto la mia proprietà, ma coinvolge purtroppo anche il fiume Livenza. È una situazione che va risolta una volta per tutte: per evitare possibili disastri ambientali». Il fetore che sale dal canale è mitigato dal clima polare di gennaio. «Il liquame proviene dal vicino depuratore – ha verificato anche Mella –. L’ecosistema rischia grosso».

L’onda del Silliga cambia colore a 150 metri dal depuratore di Caneva. È torbida, come fosse una macedonia di liquami e sostanze chimiche, buttati nel fiume da un filtro che va a strappi. Era finito sotto la lente degli ambientalisti sacilese anche nel 2013, nell’area tra Fiaschetti e la periferia di Ronche, che a qualche centinaio di metri segna il confine comunale.

«Il Silliga in queste condizioni è una minaccia per il fiume di Sacile – conferma Mella –, come tre anni fa. I depuratori funzionano spesso male: quelli nel territorio di Caneva e anche di Cordignano e si vede nel colore degli scoli dell’acqua. Il depuratore di Caneva funziona male e quello che scarica nel Silliga, in certi giorni è un puro concentrato di inquinanti».

Il tanfo risale le sponde, fino all’ex latteria che ha chiuso l’attività due anni fa sulla strada per Sacile. Il fossato è il paradiso dei ratti.

«Abbiamo trovato anche una siringa gettata vicino allo scolo – hanno segnalato gli ambientalisti –. È meglio tenersi alla larga da un posto che dovrebbe essere bonificato. Quindi, per capire quello che scarica il Livenza a Sacile, bisogna guardare a monte di qualche chilometro. Compresi gli scarichi civili e industriali, oltre allo sfogo del depuratore che va a strappi».

Il consiglio? «È un’analisi delle acque – ha suggerito Mella –. Potrebbe dire quanto l’affluente Silliga sia inquinato: si rischia l’inquinamento microbiologico del Livenza».

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