Dal 1947 il Canin ha battezzato campioni

Ecco la storia della scialpinistica, fino all’anno scorso organizzata da Dino Flaugnatti “Picon”

CHIUSAFORTE. “Con le prime gemme degli agrifogli è nata una nuova classica: la Coppa Trieste, gara sci- alpinistica...” Così la Gazzetta dello Sport Est, nella primavera del 1947, annunciò, raccontando la prima edizione della corsa vinta dal trio dello Sci Cai Monte Lussari Alberto Tassotti, Tarcisio Orrù e Silvio Buzzi, la nascita della manifestazione divenuta nel tempo, storica. 8º Reggimento alpini e XXX Ottobre i primi organizzatori che passarono il testimone, dopo tre edizioni, al Cea di Udine, che dal 1950 diede vita a una serie di grandi eventi. Nel 1970 l’esordio in cabina di regia del Gruppo sportivo alpini che dal 1993 ha affidato la responsabilità al mitico Dino Flaugnatti “Picon”.

Sulle nevi del Canin, fino all’aprile dell’anno scorso, con la vittoria nella 57ª edizione del duo composto da Filippo Beccari (Ski Team Fassa) e dallo sloveno Nejc Kuhar, sono state scritte pagine di storia dello sport, dai grandi personaggi del fondismo nazionale e internazionale, ma anche da personaggi dello sport friulano. E nell’aprile 1995, all’edizione 40, la storia della scialpinistica è stata raccolta in una snella pubblicazione a cura del giornalista Roberto Calvetti. Ricordiamo che a seguito delle quattro vittorie dell’alpino Alberto Tassotti si affermarono fior fiore di campioni del fondo italiano, Chatrian, Dalmasso, Zanolli, Tamagno, Stuffer e i fratelli Stella. Nel 1961, ormai divenuta gara a due, la vittoria arrise ai lussarini Ferruccio Buzzi (una vita sul Canin visto che è stato protagonista fino agli anni Duemila) e Alessandro Vuerich. Nel 1963 fu il trionfo dell'Aldo Moro dei fratelli Di Centa, Armando e Gaetano, quest’ultimo il padre dei campionissimi Manuela e Giorgio. L’anno dopo fu il turno delle Fiamme gialle che presentarono un pimpante Franco Nones, il futuro vincitore della storica 30 km di fondo alle Olimpiadi di Grenoble del 1968. Nel 1967 e 1968, altre due vittorie dell’Aldo Moro Paluzza, con “Tane” Di Centa e Gervasio Puntel. «E nel 1979 – ricorda Flaugnatti – fu la volta dei forestali tarvisiani Gianpaolo Rupil e Enrico Zangrandi. Nel 1990 assegnammo anche il primo titolo italiano e furono le Fiamme oro Mazzocchi e Milesi ad aggiudicarselo».

Nel 1993 Manuela Di Centa volle mettersi nella scia di papà Tane e lo fece portando sul Canin il grande campione norvegese Vegard Ulvang che ferito all’inguine da un spezzone del bastoncino rotto fece venire una gran paura a tutti. Ma, soccorso con l’elicottero tutto finì bene. In quegli anni l’olimpionica Gabriella Paruzzi e Laura Bettega conquistarono due titoli italiani.

Dalla 48ª edizione la bella novità del passaggio nel “Forato” con il percorso allungato sul versante sloveno del Canin.

Giancarlo Martina

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